(A cura di Paolo Monticone)
In occasione della Nona Giornata Nazionale dell’Economia, la Camera di Commercio di Asti ha presentato, venerdì mattina 6 maggio, il Rapporto 2011 sull’economia provinciale, una fotografia dettagliata sul tessuto produttivo, sul mercato del lavoro, sul reddito delle famiglie, sulla bilancia commerciale della provincia di Asti.
Il presidente Mario Sacco ha dettagliatamente illustrato i dati, elaborati dai responsabili dell’Ufficio internazionalizzazione e dell’Ufficio comunicazione, Wilma Pogliano e Roberta Favrin, da cui si evidenzia subito come anche il 2011 sia stato un anno particolarmente difficile per l’economia provinciale, anche se qualche segnale positivo viene pur dato.
“Ma sul futuro – ha affermato Mario Sacco – occorre essere molto cauti in quanto il trend a rischio proseguirà quasi certamente per tutto il 2011 ed anche per il 2012. Forse solo dal 2013 potremo parlare di vera e propria ripresa”.
Se da una parte i segnali migliori arrivano dalle cifre che riguardano le esportazioni (+18,7% che comunque non recupera la perdita del 23,7 dell’anno precedente, pur essendo in percentuale la miglior performance degli ultimi quindici anni), non può non preoccupare la situazione occupazionale con 6200 persone in cerca di lavoro (6,3%), il dato peggiore dal 2004 ad oggi, ma soprattutto con la disoccupazione giovanile (dai 15 ai 24 anni) che tocca la quota record del 26,9% che diventa 36% se si contano anche gli astigiani tra i 25 ed i 35 anni.
“Un dato che non ci lascia di certo tranquilli -. ha proseguito Sacco – tanto che a giorni porterò in Consiglio la proposta per la costituzione di un Comitato per l’imprenditoria giovanile che coinvolga tutte le parti interessate e cerchi di capire che cosa fare per dare un concreto sbocco lavorativo e professionale a coloro che rappresentano il futuro di questo territorio”.
Venendo alle cifre più significative del Rapporto, si può cominciare dal numero della Imprese iscritte alla Camera di Commercio
Le Imprese
Al 31 dicembre 2010 erano 26.079 (+ 0,5% sul 2009). Per densità del numero di imprese rispetto alla popolazione, il territorio ne vanta 11,7 ogni cento abitanti, più della media piemontese (10,5) e nazionale (10,1). Le nuove iscrizioni sono state 1.670 a fronte di 1.554 cessazioni.
Continua la tendenza negativa dell’agricoltura che, pur contando su 8000 aziende (quasi il 30% del sistema imprenditoriale astigiano), registra una diminuzione del 2,9%. Crescono invece i settori manifatturiero (2.320 imprese) con un +1,2%, costruzioni (+ 2,1%) e quello ricettivo/ristorazione che sfiora le 1300 unità con un più 5%. Vivace il comparto artigiano con 7019 imprese (+ 1,6%) che pesa per il 26,9% sull’intero sistema con una produzione di valore di 990 milioni di euro, il 19,5% del totale provinciale.
Cresce ancora il numero degli imprenditori extracomunitari. Alla fine del 2010 se ne contavano 1.714 (la più alta incidenza in Piemonte) impegnati soprattutto nell’edilizia (579), nel commercio (319), nella ristorazione (133) ed in agricoltura (130)
Le imprese femminili sono 6.443, il 24,7% del totale con una lieve flessione rispetto al 2009, soprattutto diffuse in agricoltura (39%) e nel commercio (22%)..
L’industria
Dopo un 2009 fortemente negativo, la produzione industriale ha registrato per quattro trimestri consecutivi variazioni positive, superiori di oltre 10 punti percentuali rispetto all’anno precedente, anche se ci vorrà tempo per recuperare i livelli produttivi del passato. Al primo posto le industrie elettromeccaniche e della lavorazione del metallo con un aumento produttivo del 25,4%, seguono le industrie chimiche e della gomma (+19,4%). In calo invece la produzione alimentare e delle bevande che segna una contrazione del 4,5%.
L’occupazione
Secondo l’Istat gli occupati di ogni tipo, tra i 15 ed i 64 anni, erano alla fine del 2010, 92.500, l’1,8% in meno rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione (rapporto tra occupati e popolazione di riferimento) è del 64,9% e supera di 1,4 punti la media piemontese e di 8 punti quella nazionale. I lavoratori dipendenti rappresentano il 72,6% del totale, il restante 27,4% è costituito da imprenditori e lavoratori autonomi. Il terziario assorbe 54.400 lavoratori, seguito da industria (22.100 unità lavorative), costruzioni (9.400 lavoratori) e agricoltura (6.700 unità).
Le persone in cerca di occupazione sono 6.200 (Asti al quarto posto in Piemonte, dopo Cuneo, Alessandria e Vercelli). Speculari i dati delle ore di Cassa integrazione ordinaria e quella di Cassa integrazione straordinaria e in deroga (1.443.206 ore la prima e 3.342.469 ore la seconda) che calano quasi del 40% in relazione all’aumento della disoccupazione.
Nel primo trimestre 2011 cresce di nuovo la Cig (+30%) mentre cala sensibilmente (-82%) quella straordinaria e in deroga.
La ricchezza prodotta
La ricchezza prodotta nell’Astigiano (valore aggiunto a prezzi correnti) nel 2009 ammontava a 5 miliardi e 175 milioni di euro. Nella classifica regionale Asti si colloca al quinto posto in Piemonte, preceduta da Torino, Cuneo, Alessandria e Novara. Il 70,3% è prodotto dal terziario, il 18,4% dall’industria, l’8,7% dalle costruzioni e solo il 2,6% dall’agricoltura.
Il reddito lordo procapite delle famiglie (dato 2009) ammonta a 16.981 euro, penultimo posto in Piemonte, davanti solo al Verbano Cusio Ossola.
L’export
I dati Istat evidenziano esportazioni per 1 miliardo e 183 milioni di euro (+ 18,7%), un incremento superiore alla media regionale (+16%) e nazionale (+15,7%). Il primo settore per esportazioni è quello metalmeccanico-elettronica con 719 milioni di euro (60,7% dell’export totale); in cui si segnala la crescita dell’enomeccanica (244 milioni, + 14,8%), dell’alimentare (292,7 milioni con il 24,7% di cui ben 212,7 imputabili alle bevande) e dell’indotto auto con 150,4 milioni di euro (+37,2% sul 2009).
Per la prima volta il paese di maggior esportazione astigiana è la Germania (217,6 milioni) che supera la Francia (213,5 milioni). Al terzo posto la Gran Bretagna (89,8 milioni), seguita da Spagna (65,4 milioni) e Stati Uniti (64,2). Eccezionale il risultato delle vendite in Austria con un + 121% rispetto al 2009 e quasi 60 milioni di euro.
Import
Il valore delle importazioni è stato nel 2010 di 855,3 milioni di euro (+9,9%). Il 52% dei beni importati rientra nel comparto metalmeccanico ed elettronico; il 18,3% nel comparto chimica-gomma-plastica; l’8,6% è costituito da abbigliamento, il 7,5% da prodotti alimentari. I principali Paesi di approvvigionamento sono l’Unione Europea (64,7%), in particolare la Germania, la Francia, il Belgio, la Spagna, la Polonia. Dal continente asiatico proviene il 17,7% delle importazioni. La Cina è stata nel 2010 il principale fornitore con 114,5 milioni di euro, il 50,6% in più rispetto al 2009.