>> Presa di posizione dei cattolici sui lavoratori stagionali

Mentre è in corso la vendemmia, la comunità cattolica canellese, con un comunicato, prende posizione sul problema dei lavoratori stranieri stagionali: “Le Parrocchie canellesi, le Associazioni di Azione Cattolica delle Parrocchie di San Tommaso,  San Leonardo e del Sacro Cuore, la San Vincenzo e l’Unitalsi–Canelli, vogliono richiamare l’attenzione della comunità cittadina su un problema che si ripresenta spesso nella nostra città e che noi crediamo meriti un momento di riflessione e di approfondimento.

Come tutti ben sappiamo ogni anno, durante il periodo vendemmiale, Canelli vede giungere nel suo territorio un gruppo sempre più numeroso di cittadini stranieri, ormai quasi tutti neocomunitari, disposti a lavorare nelle diverse aziende agricole della nostra zona. Spesso queste persone non posseggono i mezzi economici per soggiornare in strutture alberghiere e si riducono quindi ad accamparsi dove capita o a vivere nelle loro auto, non riuscendo quindi ad usufruire dei necessari mezzi igienico sanitari. Questa situazione, secondo alcune persone, crea motivi di disagio, di paura e di disturbo del decoro urbano. Per noi invece questa situazione è soprattutto un’emergenza umanitaria, poiché parecchie persone sono costrette a vivere, per un periodo anche abbastanza lungo, in condizioni che offendono la loro dignità umana. Far finta di non vedere questa situazione di disagio o semplicemente cercare di spostare questi accampamenti al di fuori della nostra città in modo da non dovercene più preoccupare, ci sembra un modo inutile e superficiale di affrontare la questione.

Dobbiamo renderci conto che coloro che giungono nella nostra città nel periodo autunnale, spesso desiderano unicamente guadagnare qualcosa per poi tornare nel proprio paese e dalle proprie famiglie. Questo desiderio incontra la necessità di molte aziende agricole, che altrimenti faticherebbero a trovare sufficiente mano d’opera per un periodo così limitato come quello della vendemmia.

Ci rendiamo anche conto che spesso, coloro che assumono non sono nelle condizioni di ospitare i vendemmiatori stranieri; quindi chiedere solo ai datori di lavoro di risolvere questo problema è inutile e ingiusto.

Infine, pensiamo che persone costrette a vivere senza le necessarie condizioni igienico sanitarie, possono costituire anche un pericolo per la salute pubblica in quanto più probabili veicoli di malattie.

Abbiamo la fortuna di vivere in una realtà civilizzata e, nonostante i crescenti problemi economici, ancora prospera. Crediamo quindi che, in particolare come credenti, abbiamo il dovere di aiutare e accogliere coloro che non hanno questa fortuna, non dimenticando che con il loro lavoro queste persone aiutano anche la nostra economia.

Questa nostra riflessione vuole provare ad essere un punto di partenza, uno stimolo per le nostre coscienze, per avviare una riflessione su questo delicato tema, che sicuramente si ripresenterà il prossimo anno, come oramai avviene da tempo.

E’ necessario trovare idee, voglia, evidentemente anche risorse, per cercare di dare una risposta concreta a quella che crediamo sia, oramai, una non più rinviabile “emergenza” umanitaria della nostra città.”

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