>> Battuta d’arresto per il progetto Pastrone

Il Progetto Pastrone, nato nel 2002 ad opera dell’associazione culturale Terre e Memorie, guidata da Livio Musso, per ricordare la figura di uno dei più straordinari padri del cinema italiano ed europeo, l’astigiano Giovanni Pastrone, accusa nel 2010 una vera e propria battuta d’arresto a causa della scarsità di risorse a disposizione e della determinante assenza degli enti locali (a partire dalla Regione Piemonte per finire alla Provincia ed al Comune di Asti) nel sostenere economicamente iniziative che in questi anni erano notevolmente cresciute di qualità e di importanza.

Lo ha sottolineato, senza risparmiare critiche a chi da una parte afferma di dover “tagliare” i propri contributi e dall’altra li conserva, quando non li incrementa, per altre iniziative, lo stesso Livio Musso che, in una conversazione con la stampa locale, ha annunciato quali saranno le iniziative che quest’anno non si faranno più e quali invece si effettueranno egualmente.

Forzatamente annullati gli eventi del Festival Scuola Cinema, che era diventato Nazionale dal 2007 ed aveva visto arrivare ad Asti studenti da tutta Italia, e dei Premi Cabiria, resterà in piedi (grazie anche alla collaborazione del Nuovo Cinema Splendor di Marie Christine Garetti) una minirassegna del ciclo “Cartapesta, Lenzuola e Manovelle” che si terrà a Dicembre con la proiezione di tre pellicole in cui furono protagonisti attori astigiani: Giuditta Rissone in “Quattro passi tra le nuvole”, Checco Rissone in “Riso amaro” e Luigi Pavese in “Le miserie di Monsù Travet”.

In collaborazione con la Cascina del Racconto e la Società di Mutuo Soccorso Fratellanza Militari in congedo si terrà infine, nel salone d’onore della società, la proiezione del film “Le amiche” di Michelangelo Antonioni, tratto dal racconto “Tra donne sole” di Cesare Pavese.

(a cura di Paolo Monticone)

BREVE PROFILO:
Nato a Mombarone (frazione di Asti) il 13 settembre del 1882, Pastrone dimostra subito una molteplicità di interessi: è musicista (suona il violino) ed alterna allo studio della musica quello di… ragioniere.
Come tale si trasferisce a Torino nei primi anni del 900 presso un importatore di pellicole dalla Francia. Immediatamente Pastrone si interessa al nuovo mezzo espressivo e già nel 1908 diventa direttore dell’Itala Film, una delle case di produzione che diverrà storica, affermandosi come uno dei primi filmmaker della cinematografia italiana. “La maschera di Ferro” (1909),”Manon Lescault” ,” Lucia di Lammermoor” (1910) sono tra le sue prime produzioni. fu il primo realizzatore di kolossal (ammirato persino da Griffith per il suo celebre Cabiria, considerato il padre dei kolossal americani). Produttore, regista e tecnico, Pastrone raggiunge il culmine con “Cabiria” del 1914. Per questo film egli ricorre a Gabriele D’Annunzio per le didascalie e a Ildebrando Pizzetti per il commento musicale ( celebre la “Sinfonia del fuoco”). Ma Pastrone nella regia adotta lo pseudonimo di Piero Fosco e come tale dirigerà altri film tra i quali “Il fuoco” e “Tigre reale”, entrambi con Pina Menichelli. Vero rivoluzionario della tecnica di ripresa cinematografica inventò tecniche ancora oggi attuali come il carrello, la luce diffusa e riflessa e il montaggio ad azioni parallele. Morì a Torino il 27 giugno 1959. A suo ricordo, Asti ha fatto piuttosto poco (prima del 2000) se non intitolandogli (per merito di Laurana Lajolo molti anni or sono) la sala ipogea del Teatro Alfieri. Nel 2002 Livio Musso, grande appassionato di cinema, ebbe l’idea di ricordare ogni anno la figura di Giovanni Pastrone cominciando a proiettare le sue opere e, a corollario, iniziando la proiezione di celebri film muti di grandin autori italiani e stranieri e costruendo negli anni una serie di iniziative (come la Scuola Cinema ed i Premi Cabiria) che erano diventati un appuntamento fisso per tutti i cinefili astigiani e non solo.
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