In merito agli effetti della siccità nelle campagne, Roberto Gabiale (presidente Coldiretti Asti), Filippo Mobrici (presidente consorzio Barbera) e Alessandro Durando (presidente Cia Asti), hanno sostenuto, all’unanimità, che l’attuale mancanza d’acqua potrebbe causare gravi conseguenze in tutto il mondo agricolo astigiano.
“La produzione del frumento, ormai mietuto, ha perso il 20% ed anche il 30% nelle zone più aride. Ci sarà più di un contadino che, se sarà fortunato, riuscirà a pagarsi appena le spese. Però la vite e le nocciole non stanno soffrendo ‘troppo’. Avremo rese più basse, ma la qualità non è a rischio. Avremo un’ invaiatura in anticipo, ma la natura della vite sa gestirsi meglio di quanto ci immaginiamo. Per me è prematuro lanciare allarmi infondati”.
E a riprova, aggiunge: “Nelle viti si trovano i primi grappoli che cambiano colore, ma il colore dell’acino non è l’unico segnale della maturazione dell’uva, sono le parti in legno ad indicarcelo».
“In questo momento – aggiunge Alessandro Durando, presidente della Cia Asti – sta entrando in sofferenza.
E’ una pianta dalle radici poco profonde e l’assenza delle piogge condizionano il suo ciclo vitale.
Le foglie ingialliscono, i frutti potrebbero riempirsi meno del previsto, riducendo la resa. E poca acqua nel frutto creerebbe anche un problema nella lavorazione, in quanto la forza della Tribolata (la varietà piemontese), sta nella sgusciatura. Se la nocciola è sporca, con un po’ di pelle, è più difficile da commercializzare».
Ma di siccità stanno soffrendo tutte le altre colture, come i due tagli estivi del fieno ed alcuni campi di soia e mais che, addirittura, potrebbero nemmeno essere mietuti.