>> Per Bruno Vespa, l’Asti docg deve puntare sull’immagine e sul prezzo

Nella raffinata  ed enorme barricaia delle Cantine  Fratelli Martini, a San Bovo di Cossano Belbo (At), venerdì 25 maggio, si è svolto un affollatissimo talk show sul ruolo della filiera dello spumante, settore trainante per l’economia agricola del Sud del Piemonte, organizzato da Confagricoltura in collaborazione con il Consorzio per la Tutela dell’Asti.

Asti e Moscato docg, i temi principali del dibattito che Bruno Vespa, giornalista, scrittore, appassionato di vini, ha stimolato con Gianni Martini, Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura,  con Gianni Marzagalli,  presidente Consorzio dell’Asti, con Claudio Sacchetto, assessore all’Agricoltura della regione Piemonte e Jean Jaques Dubeau, direttore generale Italia Campari, con Paolo De Castro presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del parlamento europeo.

Come si conviene, si è partiti dai numeri: nel 2011 sono state vendute (tra Asti docg, 82 milioni e Moscato d’Asti docg, 25 milioni) 106 milioni di bottiglie. Numeri che il direttore del Consorzio dell’Asti, Giorgio Bosticco ha commentato dicendo che l’Asti docg è snobbato in Italia dove viene venduto a basso costo (soprattutto nei supermercati) e che il Moscato d’Asti docg spopola all’estero (soprattutto negli Usa), grazie al fenomeno di altri moscati non piemontesi venduti a basso costo, “prezzi che il Moscato docg piemontese non può e non deve permettersi”. Per Bruno Vespa, c’è bisogno di alzare prezzo e immagine dell’Asti docg. Per Marzagalli occorre un Asti docg premium da vendere nelle enoteche e nei ristoranti vip.

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