La vendemmia delle uve Moscato inizierà tra pochi giorni nelle 3700 aziende viticole che coltivano i diecimila ettari dell’area di produzione dell’Asti e del Moscato docg: ci sono tutte le premesse per una grande annata.
Buono il clima anche tra i protagonisti della filiera che hanno voluto manifestare ed esprimere la volontà di sostenere la denominazione con risorse da investire in promozione e valorizzazione.
Durante una conferenza stampa, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Organizzazioni professionali (Coldiretti, Confagricoltura, Cia) e delle Associazioni Produttori del Moscato, Vignaioli Piemontesi, Agrinsieme e delle Case spumantiere, svoltasi mercoledì 31 agosto ad Isola d’Asti nella sede del Consorzio dell’Asti, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, sono stati illustrati i termini dell’intesa che vedrà nascere un fondo per l’Asti e Moscato d’Asti docg da destinare principalmente in Italia e in Europa. “Per il Piemonte del vino è una bella notizia”, ha sottolineato l’assessore Ferrero.
Il fondo, che si prevede raggiungerà un valore di circa 3,5 milioni di euro, sarà gestito da una commissione composta equamente dai rappresentanti di parte agricola dell’intera filiera e delle Case spumantiere in seno al Consorzio dell’Asti. Il vicepresidente di parte agricola del Consorzio, Stefano Ricagno, ha illustrato le proposte, inviate alla Regione, riguardanti le rese produttive nonché le indicazioni per le modalità di stipulazione degli accordi individuali scritti tra fornitore di uva e acquirente:
– Asti docg (78 quintali per ettaro, piu 10 ql/ha a riserva vendemmiale e 32 ql/ha di superi),
– Moscato d’Asti docg (95 quintali per ettaro e 25 ql/ha di superi).
– Uva docg: €/ql 107
– Mosto docg: €/ql 156,87
“Tutti insieme e in leale spirito di collaborazione siamo chiamati a superare il delicato momento congiunturale che la denominazione, e in particolare l’Asti, sta attraversando”, ha ribadito Stefano Ricagno a nome di tutto il Consiglio di Amministrazione. Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio, ha spiegato le modalità di costituzione del fondo che può rappresentare “un’opportunità di rilancio dell’immagine e del posizionamento dell’Asti e del Moscato docg”.
I rappresentanti delle Case spumantiere, Lorenzo Barbero per il Gruppo Campari, Germano Bosio (Cantine Capetta) e Giovanni Bosca (Tosti) hanno sottolineato il valore dell’intesa e la volontà di un rilancio della denominazione anche percorrendo nuove “tipologie” produttive già in avanzata fase di sperimentazione enologica. Si è fatto l’esempio di un “Asti secco” destinato a coprire nuove fasce di mercato senza dimenticare il ruolo di leader dell’Asti e del Moscato d’Asti docg tra i vini dolci e aromatici.
Giovanni Satragno e Paolo Ricagno, rispettivamente a nome dell’Associazione Produttori Moscato e della Vignaioli Piemontesi hanno sottolineato il “consapevole sacrificio economico” che la parte agricola è chiamata a sostenere nella speranza che l’intero comparto, così importante per l’economia piemontese, sappia risollevarsi e crescere, tornando a raggiungere la quota di 100 milioni di bottiglie ottenuta negli anni scorsi.
Al termine dell’incontro è stato ricordato un appuntamento importante per la vita del Consorzio dell’Asti che ha organizzato, d’intesa con la famiglia Ratti, una giornata dedicata al ruolo e alla figura di Renato Ratti, che è stato direttore del Consorzio dal 1976 al 1988.
L’incontro, intitolato “Renato Ratti – dal Barolo all’Asti senza confini”, si terrà sabato 10 settembre dalle ore 17 al Castello di Mango. Verrà proiettato un documentario girato da Tiziana Gaia e Fabio Muncari e presentata la copia anastatica del volume sull’Asti scritto da Ratti nel 1985.
Nella ristampa ci saranno gli opportuni aggiornamenti di questi ultimi 36 anni con tabelle comparative che confrontano le superfici dell’epoca con quelle attuali, il numero di aziende viticole, l’andamento dei mercati. L’incontro, condotto da Sergio Miravalle, vedrà la partecipazione di Angelo Gaja, Renzo Balbo, Massimo Martinelli, Piercarlo Grimaldi.