>> La Provincia di Asti al Vinitaly

La Provincia di Asti a Verona ha partecipato al Vinitaly con una folta delegazione di amministratori: il presidente Maria Teresa Armosino, il vicepresidente e assessore Giuseppe Cardona, gli assessori Antonio Baudo, Fulvio Brusa, Andrea Sodano, Marco Versè, il consigliere Francesca Ragusa.

“E’ stata l’occasione – ha dichiarato il presidente – per presentare il progetto della candidatura del nostro territorio a Patrimonio dell’Umanità: unico sito italiano che quest’anno si propone per l’importante riconoscimento”.

“Il paesaggio dell’Astigiano è da sempre intimamente connesso alla coltura della vite e alla produzione del vino. Asti – ha commentato l’assessore all’Agricoltura Fulvio Brusa -, con 15.435 ettari di vigneti in produzione nel 2010, è la provincia maggiormente vitata del Piemonte. Ogni anno da questi vigneti si ottengono circa 130 milioni di bottiglie di vino. Costigliole d’Asti, con oltre 1.150 ettari di vigneto, è il comune piemontese con la maggior superficie destinata a vite; al secondo posto c’è Santo Stefano Belbo (Cuneo), mentre al terzo si trova un altro comune astigiano, Nizza Monferrato, poco più di 1.000 ettari di vigneto. L’impegno dei nostri agricoltori è eroico e deriva dalla passione e dal lavoro di generazioni di famiglie dedite interamente alla coltivazione della vite”.
 
Il progetto Unesco rappresenta un ulteriore elemento di valorizzazione ambientale, turistica ed economica del territorio. “E’ un’idea di sviluppo sostenibile – afferma il presidente Maria Teresa Armosino  -, che guida i nostri comportamenti quotidiani negli atti pubblici e, grazie all’impegno degli abitanti dell’Astigiano, anche nelle iniziative private.

L’inserimento di un luogo nella lista dei beni patrimonio dell’umanità, infatti, non ha solo vantaggi e non è solo un onore. Il riconoscimento Unesco  per la Provincia di Asti è un impegno, una responsabilità che deve stimolare tutti a operare meglio. Il progetto rappresenta un momento di crescita complessiva del territorio, anche dal punto di vista culturale: Asti crede nelle proprie potenzialità, con gli operatori economici che accompagnano le amministrazioni pubbliche nell’iniziativa”.

“Con l’inserimento nella Lista Unesco la Provincia di Asti, insieme a numerose altre istituzioni del territorio subalpino, intende proporre la realizzazione di una nuova gestione del territorio per uno sviluppo di qualità – dichiara l’assessore provinciale all’agricoltura Fulvio Brusa – coerente con i propri valori e le proprie tradizioni. I vigneti dell’Astigiano, in particolare quelli delle aree candidate all’Unesco, sono curati con grandissima attenzione e con una profonda passione da molte generazioni: questo impegno, che non è esagerato definire eroico, ha fatto sì che la vigna, elemento dominante del paesaggio rurale, continui a caratterizzare la nostra civiltà”.   

 “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte” è un sito di candidatura seriale composto da nove core zone (zone d’eccellenza), 74 comuni,  per una superficie vitata di circa 11.000 ettari. Delle nove zone individuate, sei interessano la Provincia di Asti.  I vitigni coltivati rappresentano una forte specificità della viticoltura piemontese: sono unici e tipici della regione.

La viticoltura piemontese si basa sui propri vitigni autoctoni che coprono il 95% delle superfici vitate regionali. A loro volta, i primi 16 vitigni autoctoni piemontesi coprono oltre il 90 % della superficie vitata. Di questi, alcuni hanno una diffusione maggiore: il primo è il Barbera, seguito dal Moscato bianco, dal Dolcetto e dal Nebbiolo. Le Province di Asti, Cuneo, Alessandria sono quelle più ampiamente caratterizzate per la vasta superficie vitata e per la lunga tradizione vitivinicola.

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