>> Coldiretti. Distillazione vino: massimo rigore

Dopo il via libera della Conferenza Stato Regioni, le modalità di applicazione della distillazione dei vini doc Barbera, Dolcetto e Brachetto, sono, in questi giorni, al centro delle attenzioni dell’intero comparto agricolo. Se ne è parlato anche mercoledì 12 gennaio, nell’incontro di una delegazione di Coldiretti Piemonte con l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto. Erano presenti: Maurizio Soave, presidente di Coldiretti Asti, Roberto Paravidino, presidente di Coldiretti Alessandria, Federico Vacca, vicepresidente Coldiretti Cuneo.

Il Ministero mette a disposizione 10 milioni di euro, per consentire di distillare la Barbera doc, ad esempio, per circa 50 centesimi al litro. La bozza di decreto prevede, in caso di adesione alla distillazione di crisi, la riduzione della resa produttiva della prossima annata del 20%. Coldiretti ha chiesto all’assessore una applicazione rigorosa e controlli seri. Da sempre contraria alla pratica della distillazione, Coldiretti pretende che non vengano distolte risorse agli investimenti produttivi utilizzandole solamente per la distillazione.

“Troppe voci di compravendite speculative sono circolate in questi mesi – denuncia il presidente Coldiretti Asti, Maurizio Soave -. Occorre scoraggiare ed isolare i “furbetti del quartierino”, chi distilla deve impegnarsi a non fare più eccedenze, la nostra proposta è di costituire tavoli “paritetici” per i vitigni Barbera e Dolcetto che sono tra i vini più in difficoltà nel panorama vitivinicolo piemontese”. Si pretende massima rigorosità, con un’attenta valutazione delle partite di vino portate alla distillazione e, soprattutto, alla provenienza e ai passaggi lungo la filiera.

“C’è anche un altro aspetto da considerare – sottolinea Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti –: a fronte di un esborso di circa 5 milioni di euro per l’arricchimento dei vini, ora ci si appresta a concedere 10 milioni di euro per la distillazione di crisi. In caso di distillazione, deve esserci la garanzia della restituzione del denaro incassato per arricchire”. Una linea intransigente, dunque, quella di Coldiretti a favore della trasparenza. Dopo i presidi dei Tir alle frontiere e nei porti per salvaguardare i made in Italy e stroncare i taroccamenti, dopo le battaglie sull’origine e la rintracciabilità, dopo aver stanato i furbetti del latte, del formaggio, dei prosciutti, dell’olio, ora tocca a quelli del vino.

“Noi vogliamo tutelare la filiera agricola italiana – conclude Soave – quella seria ed onesta, quella delle vere imprese agricole. Se qualcuno ha comprato il vino solo per portarlo alla distillazione, ora si deve fare in modo che non accada mai più”.

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