“Sono molto gravi le conseguenze provocate dalle modifiche apportate al programma regionale triennale dei servizi di trasporto pubblico locale, presentate in Commissione dall’Assessore regionale ai trasporti Barbara Bonino” scrive in un comunicato Angela Motta consigliere regionale (Pd). “Rispetto al programma approvato appena qualche settimana fa dalla Giunta, – prosegue – e per il quale il gruppo PD aveva ottenuto una riduzione significativa dei tagli, c’è una novità: le linee ferroviarie da sopprimere non sarebbero più 8 come stabilito, bensì 14 e, purtroppo, tra queste sono comprese anche la Asti-Alba e la Alessandria-Castagnole, oltre alla Asti-Chivasso già inserita nel precedente piano. Tutto dovrebbe cominciare a partire da giugno con l’introduzione dell’orario estivo.
Poiché non sono chiari i motivi di tali proposte, il gruppo Pd ha chiesto la sospensione di ogni decisione riguardante l’argomento per verificare quali siano le vere ragioni che hanno spinto Giunta e Trenitalia a proporre la sostituzione di certe linee ferroviarie con i pullman. Il Pd chiederà la convocazione di un Consiglio regionale straordinario in cui presenterà una mozione di sfiducia nei confronti dell’Assessore regionale Barbara Bonino. In Commissione l’Assessore ha dimostrato come nella scelta delle tratte da tagliare, più che il contenimento dei costi e gli interessi dei cittadini, contino gli interessi dei suoi amici leghisti, preoccupati solo di garantire i propri sindaci e i loro territori, piuttosto che i piemontesi e le casse regionali.
La decisione, infatti, è stata presa dalla Giunta senza interpellare i Comuni interessati né i comitati dei pendolari: l’ennesima dimostrazione dell’arroganza e del profondo distacco tra la Giunta Cota e la comunità piemontese. Ridurre i finanziamenti al settore del trasporto pubblico locale in un momento di difficoltà economica e di rincaro continuo del prezzo della benzina, infatti, è un fatto molto grave, poiché anziché favorire l’utilizzo del mezzo pubblico, incrementandone l’offerta e l’efficienza e riducendo anche l’inquinamento, si obbligano i cittadini a rendersi sempre più dipendenti dal proprio mezzo privato, oltre a mettere a rischio anche i posti di lavoro dei dipendenti di Trenitalia attualmente impiegati sulle linee che sono a rischio soppressione.”