Un consorzio di allevatori di caprini ad Asti

L’allevamento degli ovini, sulle alte colline della nostra provincia, è fonte di reddito e di occupazione per diverse famiglie che amano la vita di campagna, accanto ai loro animali, immerse in un paesaggio ed in un ambiente sereno e maestoso. I prodotti delle capre sono apprezzati per la loro qualità e genuinità. Ne sono ottimi esempi la carne di capretti e le robiole che tanto appassionano i buongustai.

Per tutelare questi prodotti tipici di una zona di pregio recentemente è sorto, ad Asti, un Consorzio–guida per gli allevatori di caprini, per lanciare un marchio di “capretto piemontese” che tutela gli allevatori dai prodotti stranieri importati. Il numero dei capi è considerevole e supera già i 10 mila.

È una realtà produttiva molto importante sia dal punto di vista occupazionale, sia da quello della produzione tipica della nostra felice e produttiva terra. Il Consorzio è nato ad Asti, ed è stato promosso da Coldiretti e dall’Associazione regionale allevatori del Piemonte. L’atto costitutivo è stato redatto dal notaio Giorgio Gili alla presenza di Antonio Ciotta, direttore di Coldiretti di Asti e di Tiziano Valperga, direttore di Arap. Alla guida del Consorzio è stato nominato Simone Grappiolo , 47 anni, di Roccaverano, che alleva nelle sua fattoria ben 500 capi di bestiame ovino. Simone Grappiolo era già presidente della sezione locale dell’Arap.

Il neo presidente ha dichiarato che il Consorzio è aperto a tutti gli allevatori del Piemonte ed ha principalmente l’obiettivo di far conoscere sul mercato i prodotti di origine caprina ed in particolare le carni del capretto. Non secondario è l’impegno a difesa del reddito degli allevatori, altamente professionalizzati, del benessere degli animali che ancora vivono a contatto della natura e della diffusione sul mercato delle eccellenze produttive delle nostre zone. Alla direzione del Consorzio sono inoltre stati nominati Angelo Gautero di Saluzzo, vicepresidente, e i consiglieri Giuliano Andrea Fino di Revello, Ramon Pfister di Mombaldone e Umberto Signorini di Quargnento. Ora si procede alla raccolta delle adesioni degli allevatori.