Oscar Bielli: “Canelli ha ricordato al mondo di non essere più capitale dello spumante”

«Abbiamo perso un’altra occasione per tacere.» esordisce l’ex sindaco di Canelli Oscar Bielli, a proposito della mancata citazione di Canelli, capitale dello spumante, nel corso della trasmissione di Rai1 condotta da Duilio Giammaria “Petrolio, l’Italia sotto il cielo”.

«Canelli con la presunta indignazione del suo sindaco, ha ricordato al mondo di non essere più la “capitale dello spumante”» ha sottolineato.

La vicenda è nota. Il giornalista Duilio Gianmaria nel corso del programma Petrolio ha ricordato Franciacorta, Trento d.o.c. e Prosecco dimenticando Canelli.

Come qualcuno ha ricordato più che occasione di indignazione avrebbe dovuto essere motivo di riflessione. Come mai aree enologicamente inesistenti (Franciacorta) o terre un tempo di emigranti (Trentino e Veneto), quando Canelli era leader incontrastato nel regno delle bollicine, ci hanno surclassato?

Non ci siamo forse troppo occupati della nostra domestica guerra fratricida (quella che un noto imprenditore definiva ‘sindrome da Palio’) anziché trasmettere all’esterno quella che era la vera potenzialità del territorio e del nostro lavoro?

Abbiamo persino perso la primogenitura in valle Belbo. Dove, comunque, il fatturato lo fanno prodotti di fantasia e il Prosecco.

Errori del passato. Forse. Ma se analizziamo l’oggi scopriamo con quale indifferenza ci siamo lasciati soffiare la leadership del progetto Unesco, oggi patrimonio albese a tutti gli effetti. Anche se pare si abbia timore a rivendicare che proprio nelle Cattedrali Sotterranee nacque l’idea. Senza considerare che le nostre storiche cantine sono state lì a sonnecchiare 200 anni prima che qualcuno ne comunicasse il valore culturale, oltre che la forte testimonianza di lavoro ed illuminata imprenditorialità.

Quindi prendiamo serenamente atto che anche l’indignazione è un lusso che forse non possiamo più permetterci.

Quanto poi a Carlo Gancia, chiamato in causa quale iniziatore della nostra storia, sicuramente non riposerà sereno, ma penso abbia altri motivi di cui dolersi.»