Dopo più di un anno di polemiche sulla drastica riduzione (da 21 a 15 enti) delle aziende sanitarie ed ospedaliere della sanità pubblica piemontese, il nuovo piano sanitario è arrivato in commissione, e gli enti diventano 25! Come a dire che, per una miglior gestione e un maggior risparmio, le aziende restano come sono, con l’aggiunta di sei Federazioni guidate da sei manager e sei organismi che dovranno svolgere a livello interaziendale la programmazione della rete ospedaliera e della rete distrettuale del territorio, la gestione dei contratti del personale, acquisti e logistica.
“E tutto senza costi aggiuntivi – spiega Monferino – Le Federazioni eviteranno la duplicazione di attività, la sovrapposizione di servizi, con la razionalizzazione e liberazione di risorse che investiremo nei servizi territoriali e nell’are socio – sanitaria”. Al momento, dal nuovo piano sanitario piemontese, le sei federazioni saranno così composte : Federazione Piemonte Sud Est, con Asl Asti, Asl Alessandria e Azienda ospedaliera Alessandria; Federazione Piemonte Sud Ovest, con Asl Cuneo, Asl Alba –Bra, Azienda ospedaliera Cuneo; Federazione Piemonte Nord Est, con Asl Vercelli, Asl Biella, Asl Novara, Asl Verbania, Azienda ospedaliera Novara; Federazione Torino Ovest, con Asl Torino 3, Azienda Universitaria Orbassano, Azienda ospedaliera Mauriziano; Federazione Torino Nord, con asl Torino 2 e Asl Torino 4; Federazione Torino Sud Est, con Azienda sanitaria locale Torino 1, Asl Torino 5, Azienda universitaria San Giovanni che ingloberà le ex Aso Cto e Sant’Anna. L’assessore Alberto Cirio aggiunge che la federazione “Non sarà una nuova società, ma un organismo che utilizzerà strutture e personale già in servizio nella sanità pubblica, senza costituire nessun aggravio in termini di costi o poltrone”.
Per Angela Motta (Pd): “La battaglia condotta in questi mesi solo dalla minoranza, e in primo luogo dal Pd, è stata vinta grazie alla sensibilizzazione di sindaci ed operatori del settore che hanno dichiarato la loro forte contrarietà in tutte le Province in cui si sono svolte le audizioni. Ricordo che Galvagno durante le audizioni ad Asti – dove arrivò in forte ritardo e solo dopo essere stato richiamato ai suoi doveri di sindaco e di presidente della conferenza dei sindaci – dichiarò che condivideva la proposta della Giunta Cota e dell’Assessore Monferino e che l’unica cosa importante erano il pronto soccorso e una buona cardiologia . Pertanto, oggi non si può appropriare di una battaglia che non ha mai combattuto!”