Il commissario dell’Asl AT, Valter Galante, ha chiarito venerdì mattina 29 aprile, in una conferenza stampa, i contenuti e i riflessi sui servizi sanitari astigiani, delle disposizioni previste nella delibera regionale del 7 aprile sull’attuazione del piano di rientro in ambito sanitario.
Galante, affiancato dal direttore sanitario d’Azienda Paolo Marforio, ha rimarcato: “Nella delibera regionale non si riscontrano le ipotesi sulla chiusura dei dieci reparti dell’ospedale Cardinal Massaia paventata. Negli ospedali non si devono al momento istituire nuove strutture complesse né aumentare i posti letto.
La rete dei servizi nel bacino di Alessandria e Asti sarà costruita attraverso un disegno a cui lavoreranno insieme le tre Aziende sovra-zonali (un primo incontro è previsto per metà maggio) e che accompagnerà il confronto sulla nuova rete ospedaliera che si aprirà fra poco nella Commissione regionale alla Sanità.
Anche laddove non siano previste le figure del primario, cioè non ci siano strutture complesse, questo non vuol dire che non ci siano servizi. Così come accade oggi, in alcuni casi, esistono in termini organizzativi le strutture semplici, che si armonizzano nel sistema futuro come nodi della rete”.
Il commissario ha approfondito i contenuti della tabella, inclusa nella delibera, con i reparti di cui non è prevista l’attivazione in bacini inferiori ai 700 mila abitanti (quello di Asti-Alessandria è di 660.935 persone).
“Strutture complesse di Centro trapianti, Medicina del lavoro, Oncologia pediatrica, Chirurgia toracica non ci sono oggi al Massaia e non ci saranno in futuro – ha segnalato Galante – attività specialistiche di Allergologia e Reumatologia sono svolte all’interno delle Medicine e continueranno a funzionare così. Anche la Chirurgia plastica (interna al dipartimento Materno Infantile) già oggi non è una struttura complessa, ma semplice. L’unica criticità riguarda il Maxillo-facciale, che in questi anni è cresciuto grazie all’eccellenza professionale espressa dal primario Fausto Polastri, ora in pensione.”.
“Secondo le prime analisi – ha proseguito il commissario – non siamo una realtà dove risulta necessario ridurre i posti letto: con i nostri 500 posti, non siamo, infatti, sovradimensionati. Il Massaia, che può vantare un servizio di emergenza/urgenza sede di DEA di primo livello, manterrà tale caratterista secondo le indicazioni regionali e non presenta esigenze di essere riprogrammato in riduzione: sia perché serve già un bacino di utenza ampio sia perché, grazie al livello di qualità che assicura (anche nell’emergenza), possiede un forte potere di attrazione sull’utenza anche proveniente da altre zone del Piemonte ”.
Per quanto riguarda l’ipotesi di un paventato declassamento dell’ospedale di Asti conseguente al riordino della rete ospedaliera: “Da sempre – ha dichiarato Galante – l’Azienda ospedaliera di Alessandria ha un ruolo sanitario rilevante per la presenza di un DEA di secondo livello e le specialità esclusive di tale funzione. Tuttavia l’ospedale di Asti può contare, oltre ad un ospedale più nuovo, su una articolazione di specialità che non lo rendono come importanza subalterno ad altre strutture. Collegarci alla rete di ospedali dell’Alessandrino significa solo lavorare insieme agli altri nove presidi per migliorare le potenzialità di risposta del servizio sanitario regionale”.