Ad Acqui, dopo la manifestazione in difesa dell’ospedale si attende un tavolo tecnico

“Giù le mani dal nostro ospedale” lo slogan della manifestazione organizzata, ad Acqui, il 29 dicembre scorso, da sindaci, amministratori locali, politici, ragazzi, uomini e donne, sindacati, associazioni di volontariato e religiosi per difendere i servizi offerti dall’ospedale civile “Mons. Galliano”. Dal palazzo comunale si è affacciato il sindaco di Acqui Enrico Bertero insieme al vescovo diocesano Pier Giorgio Micchiardi.

Sfidando la nebbia e la temperatura non più mite, la folla di alcune migliaia di persone ha fatto sentire la propria voce perché potesse arrivare alle orecchie dell’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, al presidente della Regione Chiamparino e a tutti coloro che fino ad ora hanno praticato tagli lineari senza preoccuparsi che l’ospedale di Acqui rappresenta un punto di riferimento per un bacino di utenti di ben 70.000 persone.

«E’ il momento di dire basta. – ha detto il sindaco Bertero – A Torino devono rendersi conto che non abbiamo nessuna intenzione di mollare la presa». La manifestazione del 29 dicembre infatti, ha rappresentato solo il primo passo di una serie di proteste che verranno organizzate fino a quando non ci si renderà conto che l’ospedale “Monsignor Galliano” deve continuare a funzionare.
Intanto, fra le azioni intraprese nei giorni scorsi c’è anche l’invio a Torino di un documento in cui si diffida la giunta torinese a ridimensionare reparti e trasferire macchinari ma, soprattutto, si chiede che, in breve tempo, si provveda a ripristinare il Dipartimento di Emergenza, «riportando a due i medici presenti durante la notte, e ogni altra struttura che sia stata già in qualsivoglia modo ridotta al fine di evitare danni alla salute dei cittadini».

Il tribunale amministrativo regionale ha chiesto chiarimenti alla Regione in merito ai criteri adottati per arrivare al ridimensionamento dell’ospedale acquese e a quelli per valutare il bacino di utenza.
«Dell’ospedale di Acqui ci stiamo occupando con molta attenzione, la sanità è in una situazione complessa ma i rilievi sollevati dai territori verranno ascoltati». Lo ha dichiarato il capogruppo in Regione Piemonte e segretario regionale del PD, Davide Gariglio. L’onorevole Pd Federico Fornaro: «Ora la direzione generale dell’Asl apra subito tavoli tecnici con i sindaci dell’acquese e del tortonese, i due ospedali declassati. È necessario che si usi intelligenza e flessibilità nella gestione operativa di questa fase di riorganizzazione tenendo in maggior conto le caratteristiche del territorio».

«La manifestazione del 29 dicembre scorso è stato un successo ma è sbagliato gongolare per il risultato ottenuto – dicono i grillini Pier Paolo Cannito, Paolo Mighetti e Davide Bono – con Chiamparino e Saitta non è possibile dialogare senza ricorrere a proteste plateali. Per cui, proponiamo a tutti i sindaci e ai cittadini di seguire l’esempio di un legale ed attivista del M5S di Acqui che, nei mesi scorsi, ha inviato alla Regione una formale messa in mora circa le responsabilità connesse alla lesione del diritto alla salute conseguente al declassamento dell’Ospedale». Se anche le altre forze politiche, amministrazioni comunali, i cittadini insieme facessero altrettanto probabilmente, spiegano i rappresentanti del M5S, le istanze dell’acquese sarebbero tenute in maggiore considerazione a Torino.