Consorzio dell’Asti: il “rientro” dei marchi storici e l’11% in più del 2012

Venerdì 20 dicembre, tradizionale bilancio di fine anno in casa del Consorzio di tutela dell’Asti Spumante. Grande soddisfazione per due importanti segnali nel mondo dell’Asti: l’ 11% in più della produzione rispetto al 2012 e il “rientro a casa” delle ditte che, cinque anni fa, se n’erano distaccate per dissapori vari.

I numeri: 74 milioni 235 mila le bottiglie dell’Asti e 23 milioni 949 mila le bottiglie di Moscato (‘Tappo raso’), ovvero 98 milioni 184 mila bottiglie a sfiorare la mitica soglia dei 100 milioni di tre anni fa.

Dettagliando, il direttore Giorgio Bosticco ha rimarcato come ci sia una forte necessità di variegare l’offerta sui mercati, tenendo conto come, nel mondo, a tutto settembre, l’Asti spumante abbia perso, complessivamente, l’1% di vendite di cui il 4% in Europa, un – 23% in Germania, un + 46% in Russia, un esorbitante 288% in Cina, stabile in America ed Oceania, in netto aumento in Asia (+ 24%).

Negli Stati Uniti, rilevante la crescita del Moscato ‘tappo raso’, pari al 21%, con un fatturato di circa 4 milioni e mezzo di bottiglie.

Campagne. Per recuperare sul mercato italiano, l’unico in vera sofferenza, significativa la campagna dell’Asti Hour (cocktail a base di frutta). A confermare la forte conquista del pubblico femminile in Cina è stata presentata l’operazione “Lady Asti”. una gara canora diffusa nei Ktv-karaoke.

Presentata anche la rinnovata attenzione al territorio con la campagna “Brinda con noi insieme a noi”, rivolta a trenta chef della grande ristorazione della zona docg.

Rientro. La grande soddisfazione per il rientro nel gruppo dei marchi storici Martini&Rossi, Toso, Fontanafredda e Gancia che durava da 5 anni, è stata rimarcata dal presidente Gianni Marzagalli, a dire che il Consorzio è la casa di tutti, vera casa di vetro, con l’adeguata rappresentanza di ogni categoria della filiera agro-industriale come a dire che l’unione e la ricchezza dei valori umani sono le componenti che avvalorano e danno gambe al prodotto. Con i rientri il Consorzio arriva così ad oltre il 96% dell’intera produzione imbottigliata di Asti e Moscato d’Asti docg.

Infine il Consorzio ha classificato, in termini di altitudine, esposizione e pendenza, i 10.000 ettari di vigneto della zona a docg, individuandone circa 300 con pendenze uguali o superiori al 50%, coltivati senza l’impiego di macchine agricole da 800 viticoltori, per i quali la Commissione Paritetica ha riconosciuto un contributo di solidarietà di quasi 1.000 euro/ettaro. Sono i famosi “Sorì”, le vigne più vicine al cielo.