In merito alla ‘lettera’ presentata alla UE dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, interviene l’onorevole Roberto Marmo (Pdl) che, da Roma, scrive in data 27 ottobre:
«La riforma del mercato del lavoro, proposta dal Governo ai vertici europei, non può essere ridotta al “licenziamento facile”. Si tratta di misure che, invece, vanno nella direzione delle “assunzioni facili” che consentiranno a tantissimi giovani disoccupati di inserirsi nel mondo del lavoro. Per decenni, infatti, abbiamo assistito ad una politica conservatrice, posta in essere da sinistra e sindacati, che si è ridotta alla mera e miope difesa delle posizioni già consolidate, cioè di chi un lavoro già ce l’aveva. Questo atteggiamento ha ingessato il mondo del lavoro, impedendo ai più giovani di inserirsi o costringendoli a rimanere in una condizione di costante precarietà. Il Governo deve, invece, condurre il Paese verso una disciplina più flessibile del contratto di lavoro. D’altronde, altri paesi europei hanno già da tempo adottato provvedimenti del genere, coniugandoli con una costante opera di riqualificazione del personale e con una sapiente organizzazione del sistema di immigrazione, finalizzato a soddisfare le esigenze non più garantite dalla forza lavoro nazionale. Va sottolineato che la lettera all’Unione costituisce niente di più e niente di meno che la puntuale realizzazione dei programmi del PDL e della coalizione di centrodestra, sui quali abbiamo raccolto il consenso degli elettori. È chiaro, dunque, che le polemiche sollevate dalle opposizioni sono strumentali e ne dimostrano in maniera inequivocabile l’inadeguatezza a guidare il Paese in un momento tanto complicato. È evidente che il PD e l’IDV non avrebbero potuto dare una risposta valida alle richieste formulate dalle Istituzioni Europee, causando una danno enorme ai nostri lavoratori, alla nostra economia e a tutto il Paese.»