“Il lavoro che cambia”, storica tavola rotonda, lunedì 13 maggio, all’Enoteca regionale di Canelli e dell’Astesana, organizzata nell’ambito della Settimana della Sicurezza e fortemente voluta da Giovanni Prezioso, segretario generale Cgil di Asti. Nella storia vitivinicola piemontese, raramente si è assistito ad un incontro così aperto e lungimirante tra imprenditori, sindacato e amministratori.
Una conferma, ancor prima che dal tono e dalle relazioni, è venuta dalle persone che si sono alternate al microfono: Nino Perna (assessore alle Politiche Produttive e Istruzione del Comune di Canelli), Pierstefano Berta (direttore industriale Pernod Ricard Italia, direttore Oicce, professore universitario), Pia Bosca (Ad Bosca S.p.a.), Lorenzo Rosselli (Ad. Robino e Galandrino) Mario Sacco (presidente Camera Commercio Asti) Giovanni Prezioso (segretario generale Cgil Asti) e l’On. Massimo Fiorio (vicepresidente commissione Agricoltura alla Camera), moderati dalla spumeggiante Enrica Cerrato della Stampa.
Dopo l’intervento dell’assessore Perna e del ‘padre’ dello “Sviluppo Sostenibile”, a Canelli e Valle Belbo, Pierstefano Berta, l’apertura del segretario generale della Cgil di Asti Giovanni Prezioso: «Sono stati alcuni operai canellesi, in gran parte artefici della fortuna industriale della zona, a chiedere il mio intervento. Verissimo! Ma il lavoro, oggi, non è più quello. E’ cambiato, come ben si può vedere dalla mostra fotografica che abbiamo allestito qui in Enoteca».
E, senza mezzi termini: «Vi stupirò! La funzione del sindacato non è solo più difesa del lavoro, ma anche stimolo a migliorare lo sviluppo e il contesto sociale del territorio in cui i lavoratori vivono. A Canelli, è il terziario che ha avuto la forza di resistere meglio alla crisi. Merito della specificità del territorio. Sul mercato estero, Canelli se la cava non male sia per il vino che per l’indotto enomeccanico. E questo grazie all’alta professionalità. Se avremo tecnologie alte ed uniche non avremo concorrenza». Prezioso ha concluso il suo intervento riportando la frase di un anziano e grande amministratore locale: “A Canelli siamo importanti da soli, ma non grandi quando siamo insieme”.
Non si riesce a fare sistema. Oggi, o si fa alleanza tra imprese, tra lavoratori e impresa o si perde e si scompare». Proprio in perfetta sintonia con quanto, da dieci anni, porta avanti Pierstefano Berta con la rivoluzionaria idea dello “Sviluppo sostenibile”: «Una cultura diversa, che si basa su concetti semplici. Il nostro modello di sviluppo non funziona più. Agricoltura, industria e consumatori vanno visti in un’ottica di filiera, in uno sviluppo sostenibile. Un esempio? La Nuova Zelanda con il suo vino vende il suo territorio, in una fascia più alta di mercato e di prestigio. E noi, qui, siamo sulla strada giusta per iniziare a fare sistema». Per Lorenzo Rosselli della Robino & Galandrino: «L’unica possibilità per mantenere la competitività delle nostre aziende, quindi i livelli occupazionali, è continuare a sviluppare il livello tecnologico delle soluzioni che offriamo al mercato, per evitare la competizione basata esclusivamente sui costi che vedrebbe nazioni con i costi più bassi sicuramente vincenti».
Ma a Canelli e nei dintorni la crisi è arrivata e si sente (Friges, Gelosobus, Cantina sociale, cassa integrazione, ecc.). «E diventa – ha aggiunto Pia Bosca – anche difficile trovare giovani preparati, aperti alle nuove tecnologie in questo aiutati da un nuovo rapporto scuola – mondo del lavoro». Per Mario Sacco sarebbe il caso di riprendere il progetto della formazione giovanile, per un anno o due in azienda, lasciando perdere il ricorso alle cooperative.