Il tartufo come spia di un ambiente sano, sostenibile e capace di offrire inaspettate opportunità. Se n’è parlato giovedì sera 17 marzo alla Sala delle Stelle del Municipio di Canelli in una tavola rotonda-incontro organizzata dall’Associazione Trifulau di Canelli in collaborazione con il Comune. Già nel titolo dell’incontro c’era il tema della serata: “Il Tartufo patrimonio dell’ambiente. Una nuova frontiera per la salvaguardia delle aree tartufigene nelle Terre del Moscato Patrimonio dell’Unesco”. Argomenti sviluppati con attenzione e approfonditi con inusuale perspicacia da Edmondo Bonelli, agronomo, enologo e consulente ambientale e, soprattutto, conoscitore profondo del mondo del tartufo.
Una sorta di lezione la sua, davanti ad una cinquantina di trifulau attenti e partecipi, che ha passato in rassegna peculiarità, opportunità e pericoli per la sopravvivenza del tartufo: dai terreni e dai boschi «che devono essere curati» al delicato equilibrio tra presenza di acqua, soleggiamento e ossigeno nel sottosuolo. Parlando, anche, di piante tartufigene, argomento caro ai cercatori per i quali è croce e delizia. «Non ci sono piante micorizzate per il tartufo bianco – ha spiegato -, ma molto si può fare invece per la varietà nera pregiata, presente nelle nostre aree.
Forte l’invito a voler preservare le tartufaie naturali. «Abbattere selvaggiamente piante e boschi è il vero male che possiamo fare al tartufo ma anche all’ambiente di queste colline che, non dimentichiamo, proprio per la sua valenza ambientale è diventato Patrimonio dell’Unesco». Richiamo ai vignaioli, di cui molti erano in sala, sulla pulizia dei gerbidi. «Tenere pulite le “rive” aiuta, oltre che lo sviluppo del tartufo, a tenere lontana dalle nostre vigne la flavescenza dorata».
A Carlo Marenda il compito di illustrare scopi e finalità di “Save the Truffle”, proposta nata un anno fa dalla collaborazione tra i due esperti «per salvare il tartufo, farlo conoscere, comunicarlo e creare una vera mentalità ambientale a partire dalle scuole».
Piercarlo Ferrero, organizzatore della serata e presidente dell’Associazione Trifulau di Canelli, ha assicurato continuità nella collaborazione con Bonelli, mettendo l’accento sulla necessità di «salvaguardare la libera ricerca» incrementando la «tartufaia didattica» che, grazie al Comune, a Canelli disponiamo e che stiamo curando con la massima attenzione».