Non è stato ancora possibile per i genitori Pinuccia e Salvatore e per il fratello Carmelo, fissare la data del funerale del giovane avvocato canellese Massimo Boncore, dipendente della sede di Asti del Ministero del Lavoro, il cui cadavere è stato ritrovato, a 26 mesi dalla scomparsa, in un pozzo, situato in un appezzamento di proprietà di parenti materni, in regione Sant’Antonio, a Canelli, martedì 12 marzo, verso le ore 12.
Si dovranno infatti attendere gli esiti dell’autopsia, disposta dai familiari, che probabilmente verrà effettuata il prossimo venerdì. Parenti e amici potranno però raccogliersi in preghiera, giovedì 14 marzo, alle ore 20.30, nella parrocchia di San Leonardo, dove sarà recitato il Rosario.
A ritrovare il corpo di Massimo è stato il fratello della nonna, Rosario Grimaldi che poco prima di pranzo era andato a controllare il livello dell’acqua di un pozzo situato nel suo terreno, sottostante la casetta di Amilcare Ferro e il ‘ciabot’ di Corrado Rabino, chiuso con coperchio a cerniera, di cui Massimo conosceva l’esistenza perchè su quelle colline lui tornava spesso con piacere fin da bambino.
La vista di indumenti e di una sagoma umana deve aver scosso profondamente l’anziano contadino facendolo tornare indietro sui suoi passi, a casa. E’ toccato al figlio Remo, ritornato di lì a poco dal lavoro, l’ingrato compito di riconoscere il cugino e coetaneo con cui aveva giocato da piccolo su quei prati, dove il cielo sembra più vicino che altrove.
Lo hanno trovato in tuta da jogging, con il borsello a tracolla, contenente tra le altre cose un libro su Madre Teresa di Calcutta, un altro sul Dalay Lama, i Vangeli, due dizionarietti di inglese e di spagnolo, il profumo che gli aveva regalato il fratello Carmelo per il compleanno, l’orologio, un anello.
Per estrarlo dal pozzo, profondo 5 metri e dall’imboccatura stretta, è stato necessario l’intervento di un vigile del fuoco che si è calato, non senza difficoltà in quel pozzo a imbuto, e dopo averlo imbragato lo ha tirato su. Alle 16,30, quando il medico legale Marco Lanero, espletate le ricognizioni del caso, lasciava in macchina la zona, in compagnia del Maresciallo Luca Solari, quel tratto di strada era ancora gremito di auto dei carabinieri e dei mezzi dei Vigili del Fuoco di Canelli e di Asti e della Protezione Civile.
Al termine del ritrovamento e del riconoscimento da parte anche del fratello Carmelo, quattro addetti dell’impresa delle pompe funebri Amerio, in tuta bianca, accompagnati dai vigili del fuoco, hanno dovuto faticare per risalire con la salma, che è stata trasportata alla camera mortuaria di Asti.