«Ero componente della Consulta Regionale per l’emigrazione – ricorda Donato Bosca uno dei primi scrittori piemontesi a dare voce agli emigranti piemontesi senza volto, quasi tutti contadini, nel libro “Partivamo per la Merica. Storie di emigrazione piemontese” – quando nel 2003 si deliberò l’assegnazione del Premio “Piemontesi nel Mondo” all’allora Cardinale Mario Bergoglio, appena eletto nuovo pontefice della Chiesa Cattolica col nome di Francesco I. Il riconoscimento gli venne attribuito in quanto personaggio che aveva significativamente e in senso positivo dato lustro al Piemonte.
Sono emozionato e felice nel ricordare che la famiglia di Papa Francesco proviene da Portacomaro nell’Astigiano, origini piemontesi che il Pontefice non ha mai dimenticato e che mai ha voluto ostentare. Ne ha parlato anche in un libro-intervista, quale arcivescovo di Buenos Aires, pubblicato nel 2010, spiegando che il padre era di Portacomaro, paese in cui i suoi avi comprarono l’unica casa esistente nella prima metà dell’Ottocento e poi costruirono le altre. L’ultima volta che Papa Bergoglio è tornato a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, incontrando anche alcuni cugini, fu nel 2005, in occasione del Conclave che elesse Benedetto XVI. Si portò in Argentina un sacchettino di terra, per non dimenticare mai le sue radici: è stato un semplice gesto beneaugurante, che però racchiude i valori profondi di quell’emigrazione che il Premio “Piemontese nel mondo” non vuole mai dimenticare.
Di Papa Francesco I, della sua famiglia di emigranti, dei parenti italiani che vivono oggi a Portacomaro e a Torino si parlerà domenica 24 marzo a Canelli nell’ambito della presentazione di libri sull’emigrazione piemontese in Sud e Nord America di cui sono autori Donato Bosca e Giancarlo Libert. L’incontro, in programma presso la sede della Biblioteca “G. Monticone” ( via Roma 137 a Canelli) con inizio alle ore 16,30, è organizzato con il patrocinio del Club Unesco di Alba di recente costituzione e ospiterà la ricercatrice Orsola Appendino di ritorno da un viaggio in Argentina di visita alle Associazioni impegnate nella valorizzazione della lingua e della cultura piemontese.»