Dall’Osservatorio della Sanità perviene un altro segnale di allarme nel panorama sanitario locale: «Mercoledì 13 maggio, mentre l’assessore Saitta illustrava ad una sparuta platea di sindaci la bozza di riordino della rete territoriale sanitaria, al reparto Malattie Infettive del Cardinal Massaia di Asti venivano chiusi 8 posti letto: praticamente un terzo della dotazione complessiva (22 unità) della struttura, tra l’altro uno degli otto centri piemontesi di riferimento per sospetti casi di Ebola.
Il motivo di questa drastica decisione è dovuto al fatto che su sette medici in organico, cinque risentono, per motivi di salute, di limitazioni sulle mansioni più pesanti, per cui non possono più garantire tutti i servizi.
“Quello che esplode alle Malattie Infettive – indicano i consiglieri comunali Mariangela Cotto, Angela Quaglia e Massimo Scognamiglio che aderiscono all’Osservatorio della sanità – è forse un caso limite, ma che dimostra, ancora una volta, come la situazione del personale ridotto all’osso, ormai in tutti i reparti del Massaia, stia diventando la normalità: con le conseguenze che ne derivano, soprattutto per la qualità dei servizi assicurati ai pazienti”.
“Non sappiamo – proseguono i portavoce dell’Osservatorio – per quanto tempo gli 8 posti letto resteranno chiusi né dove andranno gli ammalati delle Malattie Infettive che necessiteranno di un ricovero: probabilmente graveranno su quei reparti (come le due Medicine) coinvolti dai tagli della delibera regionale sul riordino dei posti letto ospedalieri. Oppure per i pazienti inizierà l’esodo verso non si sa dove: e dire che le Malattie Infettive, per l’indiscussa professionalità che esprime il suo personale, sono tra i reparti del Massaia capaci di attrarre utenti di altre regioni. Attendiamo dal nuovo direttore generale dell’Asl AT, che prenderà servizio lunedì 18 maggio, di conoscere quale soluzione verrà adottata”.
Di sicuro la situazione del personale si sta facendo sempre più pesante, stante il blocco delle assunzioni (che perdura ormai da anni e che ha costituito l’unico vero motivo di risparmio), insieme al fatto che da 10 anni in sanità non si rinnovano i contratti di lavoro.
Da mesi l’assessore Saitta annuncia che ci saranno 600 nuove assunzioni (calcolate come?) per gli ospedali piemontesi. Comunque del tutto insufficienti: solo le Molinette di Torino e l’Azienda ospedaliera di Alessandria ne hanno richieste circa 650. L’Asl AT pare un centinaio, con la previsione di vedersene riconoscere una trentina: traguardo ben lontano per una vera inversione di rotta.
Purtroppo, come l’Osservatorio aveva previsto, il piano della Regione sulla chiusura o ridimensionamento dei reparti si sta drammaticamente compiendo, in modo silenzioso e strisciante: per mancanza di risorse, organici insufficienti, mancate assunzioni. O perché gli operatori sanitari invecchiano e, come gli utenti, si ammalano e non possono più svolgere determinate mansioni.
“Non abbiamo raccolto 35 mila firme – ricordano i promotori dell’Osservatorio – perché i nuovi direttori generali di Asti e Alessandria arrivassero a decidere sul futuro delle Malattie Infettive del Massaia con un reparto fortemente depotenziato. Lo diciamo a voce alta e sarà bene tenerne conto”.»