Venerdì 4 dicembre, Mediaset ha annunciato prossima la creazione di un’Agenzia di informazione. Si tratterebbe, secondo Fasipress (www.fasipress.it – Federazione Autonoma Stampa Italiana) di una struttura interna, diretta dal canellese Mario Giordano, che disporrebbe di un organico di circa cento giornalisti provenienti da Studio Aperto, Tg4 e TgCom e corrispondenti regionali. «La mission – si legge ancora in Fasipresss – sarebbe quella di garantire la produzione informativa di cronaca, attualità, spettacolo, cultura. Solo la politica resta fuori dal pacchetto.
I servizi saranno utilizzati dalle varie testate del Gruppo e, un domani, potrebbero essere la base forte per la realizzazione di un canale all news. In questo modo, secondo Mediaset, si otterrebbe una razionalizzazione aziendale e il contenimento dei costi. Per i giornalisti, invece, c’è il rischio dello svuotamento di alcune redazioni (Tg4 e Studio Aperto in particolare).
Su questo punto il direttore del Tg4, Emilio Fede, ha dichiarato “Non è previsto in alcun modo lo smantellamento del Tg4 che resta una realtà storica e prestigiosa dell’informazione di Mediaset, grazie all’impegno di molti dei suoi giornalisti. L’iniziativa, piuttosto servirà anche a rendere più produttiva quella parte della redazione che – finora – non aveva avuto modo di esprimersi. Il Tg4 resta con le sue edizioni del telegiornale, gli speciali di attualità, la diretta in prima serata di grandi avvenimenti. E resta, con quei giornalisti, che hanno reso possibile l’inizio dell’informazione diretta sulle reti Mediaset. Dalla guerra del Golfo in poi”. Ma le parole del direttore non sono bastate a tranquillizzare le redazioni che, comunque, hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione.
Sin qui è la cronaca, in sintesi, di quanto è accaduto nel gruppo Mediaset. Siamo davanti ad una ricaduta – la prima di queste dimensioni – consentita dal nuovo Contratto nazionale di lavoro. Era stata prospettata (insieme ad altri rischi per i giornalisti) già prima della firma dell’accordo. Oggi, purtroppo, c’è la conferma alle tante preoccupazioni.
La Fasipress è vicina alle redazioni e garantisce sin d’ora ogni forma di aiuto e sostegno che si renderanno necessari per tutelare il libero e indipendente lavoro giornalistico. Sostiene inoltre, condividendone i concetti ispiratori e gli obiettivi, il Comitato “Eccoci” che si è appena costituito.»