Il riconoscimento Unesco coinvolgerà undicimila ettari di territorio

Tra il 20 e il 28 giugno, a Doha nel Qatar, sarà pronunciata la parola definitiva sulla candidatura Unesco che vede coinvolti 29 Comuni inseriti nelle sei core zone (La Langa del Barolo, il castello di Grinzane Cavour, le colline del Brabaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti spumante, il Monferrato degli infermot) ed oltre 100 Comuni nelle buffer zone (‘aree tampone’) per un’estensione di 10.780 ettari.
Ma a Canelli, già si possono contare i turisti che giornalmente arrivano da mezza Europa a scorazzare sulle colline e visitare le cantine piemontesi.

Che la tutela a Patrimonio dell’Umanità del nostro territorio sia da ritenersi ormai scontata lo ha annunziato, a Canelli, martedì 29 aprile, in una conferenza stampa, l’associazione (la cui sede è nel palazzo della Provincia di Asti) che, dal 2003, cura e coordina le attività del piano di gestione del futuro sito Unesco (dal marzo scorso il consiglio risulta così composto: presidente l’alessandrino Gian Franco Comaschi, l’astigiana Annalisa Conti è vice e, per la provincia di Cuneo, è entrato in amministrazione Giuseppe Rossetto, mentre Giovanna Quaglia è stata confermata dalla regione Piemonte).

Durante la conferenza stampa sono stati ringraziati per la collaborazione al buon andamento della pratica gli enti pubblici di qualsiasi colore politico, i Comuni piccoli e grandi, le Province di Asti, Cuneo e Alessandria, la Regione, le Fondazioni, i tecnici del ‘Siti’, il deputato Massimo Florio che ha seguito il tutto da Roma.

Vigna e Cattedrali sotterranee. Non è un caso che si sia svolta a Canelli la prima conferenza stampa dell’associazione (direttore è l’albese Roberto Cerrato). E’ infatti dalle ‘Cattedrali sotterranee’ di Canelli che è partita l’idea della candidatura, ben congeniata da parte dell’allora sindaco Oscar Bielli e responsabile delle manifestazioni Sergio Bobbio. E’ nelle cantine che prosegue la vigna, entrambe frutti di persone che hanno saputo e continuano a credere in valori di grande speranza.

Per Roberto Cerrato si tratta di “un grande risultato frutto di una tradizione del vino che si è evoluta dall’antichità ad oggi, costituendo il fulcro della struttura socio-economica del territorio. Il dossier coinvolge diversi tipi di insediamenti: i borghi arroccati, i castelli, le costruzioni religiose, le cantine, le sagre, le feste della vendemmia…”.

Per Annalisa Conti “è tutto un territorio che dalla cultura del vino trae la sua forza, sviluppando la vocazione all’accoglienza turistica”.