> Gancia e Martini & Rossi escono dal Consorzio di tutela dell’Asti

A partire dal 31 dicembre prossimo, due dei marchi storici della spumantistica italiana, Gancia e Martini & Rossi, escono dal Consorzio di tutela dell’Asti Spumante che hanno contributo a fondare 77 anni fa. La notizia è arrivata nel pomeriggio di giovedì 10 dicembre.

Così spiega il comunicato ufficiale: «Martini & Rossi e F.lli Gancia, due storiche aziende titolari di una lunga tradizione nella valorizzazione dell’Asti Spumante D.O.C.G. in Italia e nel mondo, ribadiscono la propria volontà di garantire all’Asti Spumante, uno dei cardini del Made in Italy, l’eccellenza d’immagine e la crescita di consumi di qualità che gli competono.

Per poter facilitare e realizzare questo progetto, Martini & Rossi e F.lli Gancia hanno deciso di uscire dal Consorzio dell’Asti D.O.C.G. a far data dal 31 dicembre 2009, intraprendendo in modo autonomo un piano per lo sviluppo del prodotto Asti Spumante in Italia e nel mondo e alla tutela della filiera produttiva che ne costituisce l’origine e l’asse portante valorizzandone il suo territorio unico e distintivo»

Dal canto suo il Consorzio per la Tutela dell’Asti docg con un comunicato ha dichiarato di aver appreso l’intenzione delle Aziende Martini & Rossi Spa e F.lli Gancia & C. Spa di rassegnare le dimissioni attraverso un comunicato stampa, aggiungendo con rammarico:  “Infatti, trattandosi di due marchi storici della denominazione, preferiremmo continuare insieme a sviluppare delle strategie di sviluppo per l’Asti nel mondo. Tuttavia il Consorzio conserva la piena rappresentatività di una larghissima parte della produzione e dei vigneti e pertanto continuerà ad interpretare il proprio ruolo di tutela della qualità, protezione e sviluppo della denominazione e del suo territorio, di cui rappresenta un patrimonio fondamentale. In questo momento spiacevole la nostra prima preoccupazione va nella direzione di consolidare e portare avanti il più rapidamente possibile e con la massima efficacia strategie che possano migliorare sostanzialmente la conoscenza e l’immagine dell’Asti docg (per l’80% venduto all’estero) presso i consumatori finali e gli operatori del settore eno-gastronomico. L’Asti docg è diventato grande fino a superare i 90 milioni di bottiglie grazie allo  spirito di collaborazione, inaugurato fin dagli anni ’70, con l’istituzione dell’accordo annuale interprofessionale che ha garantito l’intera filiera. Crediamo che questo sia il miglior modo  per  tutelare il lavoro di migliaia di famiglie delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, che traggono sostentamento dalla coltivazione di uva per la denominazione Asti DOCG.”