Numerosi gli ex parrocchiani di Sezzadio e Castelnuovo Bormida e i canellesi che, domenica 7 ottobre, hanno preso parte, all’ingresso di don Luciano Cavatore nella sua nuova comunità di San Tommaso a Canelli.
Ad accoglierlo, in prima fila, la mamma Benedetta con il papà Paolo, la sorella, il nipote, gli assessori Paolo Gandolfo, Aldo Gai, Giancarlo Ferraris, Giovanni Vassallo e Nino Perna che per l’occasione indossava la fascia del sindaco (un po’ stretta!), impegnato a ricevere i 240 ciclisti della Pedalata Amica in piazza Gancia.
Dopo la lettura da parte del diacono Romano Negro del decreto di nomina (1 agosto, operativo dal 1 ottobre a tutti gli effetti), il Vescovo Mons. Piergiorgio Micchiardi, ha esordito con una riflessione sullo scavo che rende difficoltosa la salita che reca alla Cattedrale di Acqui. Un buco che fa rivivere il muro di una casa romana di 2000 anni fa. Il Vescovo la immagina abitata da una famiglia, da persone di cui non conosciamo volti, nomi, problemi.
Ed ecco allora il collegamento con la Cattedrale della diocesi di Acqui, la grande famiglia formata dalle parrocchie, a loro volta, sostenute dalle singole famiglie fatte da persone viventi in Dio. Sarà Gesù che darà la grazia dell’unione: “Le due persone saranno una cosa sola”, anche se dovranno fare i conti con alcune durezze del cuore che si riducono a non sapere amare l’altro così com’è. Il Vescovo ha poi concluso invitando i canellesi a non temere il dialogo (la comunicazione), la solidarietà e la fraternità.
Nella commovente cerimonia della processione offertoriale, il parroco ha ricevuto dalle ministre e collaboratori di Sezzadio e Castelnuovo Bormida l’omaggio di un calice oltre che di una casula da parte di alcuni altri fedeli; l’Azione cattolica canellese, al neo fratello maggiore ha offerto un cesto con i prodotti locali, i fiori, una coppa riempita da semi della loro vita affidati don Luciano con l’incarico di farli crescere.a rappresentare che i bambini battezzati da don Claudio, un cartello con la scritta ‘Benvenuto fra noi’, accompagnato da un fragoroso ed impegnativo battimani.
Dopo la comunione, Nino Perna, a nome del sindaco, ha consegnato ‘il Tiletto’, il lasciapassare, ovvero il benvenuto ufficiale nella città che ha così descritto: “Viva e lavorativa, industriale e agricola, rispettosa dei valori, decisa a camminare al suo fianco per la crescita dei nostri figli”.
Quasi in risposta, don Luciano, nel ripercorrere la sua storia, ha fatto sue le parole di San Paolo: “Sono venuto in mezzo a voi con timore e trepidazione”, con rincrescimento per aver lasciato tanti amici e la gioia di essere accolto. E ha ringraziato e chiesto la compartecipazione di tutte le vivaci energie della ‘Famiglia di famiglie’ (la parrocchia) e la collaborazione del Comune per la crescita, in particolare, del ‘Pianeta giovani’. Nello spirito di un concreto ecumenismo, non ha dimenticato di salutare la Chiesa Cristiana Evangelica locale che, proprio nelle stesse ore, celebrava nella nuova sede di regione Secco, appena inaugurata. Ed ha concluso invocando l’aiuto dei santi locali e di Dio: “Noi ci aiuteremo e lui ci aiuterà”.
Oltre alla superba esecuzione del coro (battimani a scena aperta), va segnalata, in conclusione, la festosa atmosfera del ricco rinfresco.