>> Cronaca di un viaggio umanitario in Mauritania

Il dottor Pier Luigi Bertola,  appena ritornato dalla Mauritania, ci ha inviato la cronaca dell’ultimo suo viaggio umanitario in Africa occidentale: “Lo scopo del viaggio di quest’anno del CISS (Cooperazione Internazionale Solidarietà Sanitaria) di Canelli era quello di portare 2 tonnellate di materiale sanitario tra cui le lampade sialitiche dell’ex ospedale di Asti, farmaci ed un’ambulanza da donare all’ospedale pubblico di Nouadhibou in Mauritania. Siamo quindi partiti in 4 da Canelli con Piero Riccio e Paolo Fassio di Asti e Franco Corino di Canelli.

Abbiamo guidato l’ambulanza ed il furgone messoci a disposizione dalla concessionaria Iveco Garelli di Asti per oltre 4500 km in andata ed altrettanti in ritorno senza più l’ambulanza. Attraversate la Francia e la Spagna senza fermarci siamo arrivati in serata ad Algesiras vicino a Gibilterra per imbarcarci la mattina successiva per Tangeri in Marocco che ci accoglie con una bellissima giornata calda. Dopo oltre 7 ore di dogana ripartiamo nel pomeriggio, gli amici reclamano una sosta per il pranzo consumato in autogrill.

Questa parte del Marocco è bellissima con tanto verde e corsi d’acqua, sulle montagne è caduta la neve, facciamo difficoltà ad immaginarci il nord Africa come da noi con tanto verde e l’aria fresca primaverile! Una sosta poco dopo Rabat ci permette di farci una doccia e riposarci in letti decenti. Ripartiamo alle sei di mattina e ci aspetta una tirata fino ad oltre Tiznit con un ottimo camping .Ceniamo con quanto abbiamo acquistato nel viaggio e gustiamo anche un buon bicchiere di vino di Canelli.

Poco dopo comincia la zona ex Sarah occidentale attualmente occupata dal Marocco. Il panorama cambia totalmente si alternano savane dai colori rossastri a colori violetti o completamente bianchi, la sabbia è ovunque in alcuni tratti di strada è molto difficile procedere perché la sabbia ha invaso l’intiera carreggiata per il forte vento ed in alcuni punti abbiamo paura di rimanere insabbiati cosa che è successo ad altri automobilisti,da queste parti inoltre la presenza del fronte Polisario contribuisce ad accrescere la nostra ansia. Ci dicono di attraversare in fretta questa zona perché sovente con il vento forte la strada viene bloccata per alcuni giorni e si rischia di essere intrappolati in pieno deserto a centinaia di chilometri dalla prima cittadina senza possibilità di essere aiutati in caso di insabbiamento. Il sole picchia implacabile, non si vede anima viva per decine e decine di chilometri, a qualcuno viene spontaneo chiedersi chi glielo ha fatto fare di trovarsi in un posto simile! Ma poi il buon salame di Piero Sburlati ci fa dimenticare per un pò la fatica!

In questi 1500 km ci sono innumerevoli posti di blocco ed in alcuni i militari sono troppo pretenziosi ma sempre gentili quando vengono a sapere che siamo italiani. Ora gli amici capiscono perché porti sempre bottiglie di vino. In qualche caso sono servite ad evitare multe esose a Paolo non abituato a rispettare  molto il codice della strada.

Lungo questo itinerario fino al 2008 passava la Parigi–Dakar! Per fortuna la corsa è stata sospesa, con tutta la gente, i bambini in particolare che accorrono quando passa un’auto; era diventata molto pericolosa anche per la gente comune che vi assisteva.

Layounne è una città bellissima come Tan Tan con tutto il fascino dell’oriente, la prima completamente rossa mentre l’altra azzurra. La gente è sempre cordiale e gentile e ci aiuta in mille modi. Abbiamo trovato cordialità in moltissimi poliziotti e gendarmi. Più ci avviciniamo al confine con la Mauritania e più diminuisce il traffico di camion e roulotte; alla nostra destra il mare tipo l’Adriatico, a volte con le sue coste bellissime ci accompagna verso sud. Negli ultimi 460 km non si incontra più alcun villaggio e le pompe di benzina sono sempre più rare, ogni volta che se ne incontra una facciamo sempre il pieno anche se abbiamo le taniche di scorta. Nel primo pomeriggio usciamo dal Marocco ed attraversiamo la famosa terra di nessuno, zona minata e senza dubbio una delle più difficili del viaggio con il rischio di rimanere insabbiati, cosa che è successa a turisti francesi giorni prima. Inoltre in questi 3 chilometri non bisogna fermarsi per nessun motivo perché ci dicono che la zona è infestata di banditi con il pallino del sequestro. E’ per questo motivo che appena entrati in Mauritania, chiedo ed ottengo una guida che ci porti fino alla città di Nouadhibou dopo diverse ore di dogana ed aver mangiato chili di polvere!

Lungo la strada che ci porta in città vediamo il famoso trenino merci del ferro lungo oltre 2,500 km una delle attrattive della Mauritania con un viaggio epico di oltre 24 ore. Il mattino successivo, dopo i consueti incontri con il personale dell’ospedale, scarichiamo il furgone, consegnamo l’ambulanza (la prima che hanno), visito l’ospedale della città più grande di Asti ma con un ospedale fatiscente in cui più di metà delle attrezzature non funzionano perché rotte e senza pezzi di ricambio. Ho anche il tempo di andare a trovare padre Jerome cui consegno la targa di Terzano , i 3mila euro della Sua associazione per suor Anna ed una somma di denaro del CISS per rifornirsi di farmaci perché gli scaffali della sua infermeria mi danno una morsa al cuore. Consegno scatoloni di scarpe nuove dell’ortopedia di Nizza che vengono accettate molto volentieri. Il sorriso di un bambino dell’oratorio mi rilassa e sembra farmi dimenticare i mille problemi incontrati. Da lontano padre Jerome con la sua maglietta verde mi continua a salutare ma sono già sulla strada di ritorno e penso che forse qui non ci ritornerò più. Un nodo in gola mi blocca la salivazione penso che sia la sabbia ma forse no!

Devo ringraziare il signor Beppe Conti di Asti, l’Iveco Garelli di Asti, l’Ambicò di Canelli, i Lions di Cortemilia, l’ortopedia Visetti di Nizza e di Canelli, il dottor Sburlati di Monastero Bormida sempre attivo, Bocchino Giuseppe di Canelli, Abronio, Amandola Lorenzo, Walter Alciati, Actis di Moasca, tanti amici e persone sconosciute che ci hanno aiutato nell’acquisto di farmaci e per le spese dell’ambulanza.
Un grazie particolare a questo giornale per la sua sensibilità e che ci permette di parlare di questi problemi.”