Capitolo speciale dell’Ordine dei Cavalieri delle Terre

Ordine dei Cavalieri delle TerreUn Capitolo speciale dedicato alla Douja, per fare del Settembre Astigiano un autentico poker d’assi della promozione del territorio: dopo il grande successo registrato dall’ultima edizione della “combinata magica” Douja d’Or, Festival delle Sagre e Asti fa Goal, il solenne appuntamento capitolare di sabato 26 settembre scorso ha fatto capolino nell’anfiteatro di colline concitato tra le Rocche di Cisterna d’Asti, per forgiare dal Comune-bandiera delle contadinerie un inno senza tempo alla civiltà del vino.

Nelle antiche cantine della Tenuta dei F.lli Povero, il saluto del Gran Maestro è stato preceduto da un minuto di raccoglimento in memoria dello stimatissimo Procuratore Maurizio Laudi – nominato Cavaliere durante la cerimonia del castello di Viale dell’aprile scorso – al quale proprio al mattino le comunità astigiana e torinese avevan dato l’ultimo commiato a seguito della sua improvvisa scomparsa.

Un vero elogio alla cultura e alla socialità del vino il discorso del Gran Maestro Giuseppe Bracciale, che ha preso a prestito l’immagine di un’enologia solidale, sicura e di spiccata qualità dal modello offerto dalla più grande Enoteca d’Italia, cioè la Douja d’Or di Palazzo del Collegio. “

Il nostro è un vino che sa di storia e rischiara la mente, esaltando le virtù e non debordando in schiavitù – ha sottolineato il Gran Maestro –  Un autentico strumento di comunicazione che – da importante fonte di nutrimento – diviene a tutti gli effetti un complemento culturale dell’alimentazione e della convivialità compatibile con un sano stile di vita”.

Un indotto di successo sociale ed economico quello generato dal Settembre Astigiano, come ribadito dal presidente Mario Sacco portando il saluto dell’Ente camerale, promotore tra l’atro dell’Ordine: “Registrare record in tempo di crisi impone il dovere istituzionale di potenziare il filone azzeccato di appuntamenti ed iniziative rispondenti alla sfida economica e culturale dei giorni nostri.

Autentica e di esempio anche la parola di impegno e di speranza offerta ai presenti dalla padrona di casa Margherita Povero, a nome di tutta l’affiatata famiglia conduttrice della prestigiosa azienda vitivinicola ospitante il Capitolo: “I numerosi riconoscimenti ricevuti negli anni non ci hanno mai distolti dalle nostre origini umili, legate al valore della terra e alla continuità tra le nostre generazioni, vissute come tralci di un’unica vite feconda. Il patrimonio di cultura che i nostri genitori ci hanno affidato ci dà la forza mentale ed economica per continuare a sviluppare la nostra azienda secondo il principio degli investimenti in capitale umano e risorse tecnologiche rimanendo ancorati alla tradizione, ma con una nuova attenzione alle richieste di mercati emergenti che vorremmo incontrare, varcando il confine nazionale”.

Imprenditoria sana, orgogliosa e capace quella rappresentata dai F.lli Povero, che ha reso al suo portavoce Michelino Povero il merito di nomina a Buon Vignaiolo, insieme allo stimato viticoltore Matteo Binello della storica azienda “Pianfiorito” di Albugnano – con radici genealogiche secolari e prestigiose – e alla milanese Maria Teresa Isolabella, trapiantata a Loazzolo per dar vita all’azienda familiare “Isolabella della Croce”, traducendo la passione per il territorio nella produzione di vini eleganti ed armonici.

Dopo un ricco aperitivo con le etichette della casa premiate al 37° Concorso Enologico Douja d’Or, il Capitolo ha servito la sua pagina conviviale al ristorante “Garibaldi”, brillantemente interpretato dal talento culinario dello chef Enrico Vaudano – infaticabile promotore del Museo “Arti e Mestieri di un Tempo”, allestito nei saloni del castello comunale e visitato in anteprima alla cerimonia – e dall’arte del pittore astigiano Walter Spessa, da cui l’atteso menù d’autore, offerto in omaggio a tutti i convitati.

E’ così calato il sipario sul mese più intenso della provincia a forma di grappolo; sublimato da un ideale “Douja tra le rondini”, elevata tra cuore e calice all’indimenticabile “angelo del vino” dei Cavalieri delle Terre d’Asti e del Monferrato: Adriano Rampone.