Ad Acqui si inaugura il nuovo Ricre

 nuovo-ricre 2Il Vescovo di Acqui Pier Giorgio Micchiardi Vescovo annuncia l’inaugurazione del nuovo ‘Ricre’ con queste parole

«Il “Ricre” per gli acquesi non più giovanissimi è stato un luogo di incontro, di formazione umana e cristiana che ha lasciato una traccia profonda nell’animo, una traccia destinata ad incidere profondamente nella vita di ogni giorno.

nuovo-ricre 1Sorto nel 1906, per volere dell’allora Vescovo,

Mons. Disma Marchese, il “Ricre” ha offerto il suo prezioso servizio ai fanciulli, ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie di Acqui e dei dintorni fino agli anni novanta del secolo scorso. In quel tempo erano già in atto le possibilità di luoghi diversificati di aggregazione giovanile e il “Ricre” cessò la sua attività, anche se i suoi locali continuarono, per un po’ di tempo, ad ospitare gruppi di appartenenti all’Agesci.

Il Vescovo Mons. Maritano aveva fatto preparare un progetto di recupero del vecchio “Ricre”, progettando spazi per studenti (allora, ad Acqui Terme, vi era un distaccamento dell’Università di Genova). In seguito, quando la sede staccata dell’Università fu chiusa, si pensò ad un nuovo progetto che offrisse ancora la possibilità di luogo di aggregazione e formazione dei ragazzi e dei giovani.

Ben presto, però, ci si rese conto che tale tipo di servizio non era più consono alle esigenze attuali della gioventù, alle quali potevano rispondere bene le singole parrocchie.

Allora si pensò ad una struttura destinata a scopi caritativi, sociali ed aggregativi. Avute tutte le autorizzazioni necessarie, furono iniziati i lavori di abbattimento della vecchia struttura e di costruzione della nuova, nell’aprile 2010. Essi furono affidati alla ditta Codelfa.

A novembre 2012 i lavori erano terminati e subito si iniziò ad usare i locali: la sala delle conferenze e raduni, intitolata a Mons. Pietro Principe; lo spazio per la Mensa della fraternità, intitolata a Mons. Giovanni Galliano; le stanze per il Centro di ascolto; il luogo per la distribuzione gratuita degli indumenti.

Tutti gli appartamenti prospicienti Via Nizza sono già stati affittati a prezzi calmierati; quasi tutti quelli siti in Via Cassino sono stati affittati, pure a prezzi calmierati. I piccoli appartamenti e le camere a disposizione per persone particolarmente bisognose e prospicienti Via Scati, sono anch’essi occupati.

Sta per partire l’utilizzo dei locali destinati alla sede del Banco alimentare, e della distribuzione degli alimenti da parte delle varie istituzioni caritative delle parrocchie della citàà.

È in procinto di partire, pure, un’iniziativa di doposcuola.

Altro ancora si potrà fare per utilizzare, al massimo, tale costruzione.

È giunto il momento di inaugurare, in modo semplice, la nuova struttura: l’inaugurazione ufficiale vuole essere un segno di riconoscenza nei confronti di coloro che ne hanno curato la costruzione (riservandomi, in altra sede, di presentare un elenco dettagliato di essi, qui ricordo l’ing. Moser, l’ing. Cordara, don Franco Ottonello e don Eugenio Caviglia).

L’inaugurazione è un consegnare ai diocesani e agli acquesi il frutto di un impegno grande che ha assunto la Diocesi. È anche un segno significativo di come la Diocesi ha voluto vivere l’anno della fede: compiendo un’opera che è al servizio della gente, specialmente di quella che si trova in momenti di difficoltà.

L’inaugurazione è programmata per venerdì 13 dicembre, alle ore 15,30; il ritrovo è nel cortile con ingresso da Via Cassino.

Sarà presente, per la benedizione, il Cardinale Domenico Calcagno, già mio compagno di studi e che ci ha seguito, nel corso della costruzione, con i suoi consigli.

Ho inteso porre il “nuovo Ricre” sotto la protezione di San Giuseppe Marello, Vescovo di Acqui che con il suo zelo pastorale, pose le basi per il rinnovato impegno educativo e caritativo della comunità cristiana acquese e diocesana. Di lui è il motto scritto nella targa in suo onore presente nel “nuovo Ricre”: “La carità è vincolo di unità”. Egli interceda presso il Signore, perché ciò che è stato iniziato e portato a compimento con impegno e fatica, possa portare frutti di bene ed essere, per le persone, strumento di aggregazione, di dialogo, di integrazione.»