Dopo la strage islamista a Parigi, una riflessione di Bruno Fantozzi

FANTOZZIDopo le ‘gesta cruente’ dei terroristi islamisti a Parigi, tutti ci siamo posti degli interrogativi. Anche il dottor Bruno Fantozzi, farmacista canellese in pensione, è intervenuto, su Faceboock, con una riflessione di cui apprezziamo particolarmente il senso di equilibrio. Per questo la riteniamo degna di essere pubblicata sulle pagine del nostro giornale: «Se fossi nato in una famiglia ebrea vivrei da ebreo, se in India buddista o indù o sikh, se in Cina confucianista, se indiano d’America adorerei Manitou, in Africa sarei fedele a qualche idolo della foresta.
Se la mia fosse stata una scuola nazista non avrei altro ideale che dominare il mondo con scritto sulla cintura “Gott mit uns”, se in Giappone sarei stato un kamikaze a volare su uno Zero verso una nave americana. Se fossi cresciuto in una scuola islamica integralista sarei felice di farmi esplodere in un supermercato.
Nessuno è responsabile del luogo della terra dove è nato e di come è stato educato. Solo se ha la fortuna di comprendere che esistono altri mondi potrà cambiare i suoi atteggiamenti e capire che esistono i diritti degli altri.
Sono nato in Europa, ho avuto una cultura europea che mi ha dato la fortuna di saper differenziare la politica dalla religione. Ho capito che l’idea di Dio è necessaria all’uomo per riempire il vuoto delle domande alle quali non sa rispondere: il segreto del macrocosmo, i confini dell’Universo, o del microcosmo, come riempire cioè lo spazio tra la più piccola particella dell’atomo ed il nulla dello zero.
C’è la stessa idea di Dio nella Trinità, in Allah, nei Veda, nel Talmud, nella Bibbia, in tutte le scritture che parlano di Dio, se le si vogliono leggere per il valore di simbolo metaforico dell’esistenza.
Chi ha la fortuna della Fede vi trova la verità, la risposta alle domande che non hanno soluzione. E chi non ha questa fortuna, se vuole, vi può leggere almeno una guida per i propri comportamenti onesti verso gli altri.
Quando l’uomo capirà di doversi riferire a Dio, con qualunque nome gli si rivolga, come all’ideale costruttore dell’Universo?»