Arriva da Cortandone l’antenata della balena grigia   

E’ online la decima puntata di “Fossili e Territori” sulla ricchezza paleontologica dell’Astigiano
L’incredibile storia della balena grigia di Cortandone, studiata anche nell’Ottocento a San Pietroburgo, accompagna i lettori nella decima puntata di “Fossili e Territori” svelando fatti curiosi e soprattutto le sorprendenti conclusioni dello studio del cetologo Michelangelo Bisconti: quell’esemplare, dopo il ritrovamento del 1862, fu classificato in modo sbagliato.
Non era infatti una balenottera, ma un essere assai più raro: l’antenata della balena grigia, estinta da secoli nell’Atlantico, ma instancabile viaggiatrice nel Mediterraneo del Pliocene.
“Sapere che dalle nostre colline è emerso uno dei due esemplari di balena grigia preistorica conosciuti in Italia è un fatto che ci riempie di orgoglio – commenta Giancaluca Forno, presidente del Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato – Raccontare le storie dei grandi reperti (capodogli, balene, delfini, mastodonti, dugonghi), come stiamo facendo con ‘Fossili e Territori’, significa allargare la conoscenza sui nostri luoghi e farli riconoscere, con più consapevolezza, a chi li abita. Un lavoro che anticipa i futuri progetti del Distretto per valorizzare l’identità dell’intero territorio astigiano e puntare, anche come carta turistica, su un tratto di appartenenza che molti ci invidiano: quello paleontologico”.
Il piccolo paese di Cortandone, nella Valtriversa, può vantare qualche primato: come racconta Laura Nosenzo nel testo che da oggi si può leggere su www.astipaleontologico.it, in un solo anno, il 1862, la terra regalò resti fossili di una balena, lunga circa sei metri, e di un delfino.
Per giungere a una dettagliata descrizione scientifica e a un riconoscimento ufficiale della balena, il suo scopritore Bartolomeo Gastaldi, paleontologo, inviò i disegni dello scheletro niente meno che al professor Johann Friedrich Von Brandt, naturalista tedesco e direttore del Dipartimento Zoologico dell’Accademia delle Scienze di San Pietroburgo. Nelle sue mani arrivarono, dal Museo di Geologia e Paleontologia di Torino dove il fossile era conservato, le raffigurazioni di cranio, vertebre, coste e altre ossa affinché l’esperto potesse confrontarli con quelli di esemplari trovati in precedenza. Anche altri studiosi, tra cui il piemontese Alessandro Portis, furono concordi nel sostenere che il mammifero marino era una balenottera appartenente a una nuova specie (Balaenoptera Gastaldii).
Già allora sembrò un importante risultato scientifico, ma poi, negli Anni Duemila, a riscrivere tutto è arrivato il cetologo Michelangelo Bisconti, esperto di misticeti e un’autorità nelle ricerche sulle balene grigie. Il suo responso: quel reperto non era una balenottera, ma l’antenata della balena grigia. Dal 2008 l’animale preistorico di Cortandone è ufficialmente un olotipo: appartiene cioè a una specie e a un genere nuovi. Ha un nome impossibile da pronunciare: Eschrichtioides gastaldii.
Oggi alla domanda: “Ma cosa si prova a scoprire la vera identità di uno scheletro venuto dal mare e a regalarci l’emozione di pensare che esiste un filo diretto tra la balena grigia che ha nuotato nel Mediterraneo del Pliocene e quelle attuali che popolano il Pacifico?”, Bisconti risponde: “Sul momento uno sfarfallio allo stomaco e poi molta eccitazione nel pensare che la scoperta apre nuove possibilità di ricerca scientifica”.
Altre notizie sulla balena grigia vengono segnalate da Piero Damarco, paleontologo e conservatore del Museo Paleontologico di Asti dove, dal 2019, sono custoditi la balena grigia (in esposizione) e il delfino Tursiops Cortesii, probabilmente femmina.
Oltre a raccontare la storia dei grandi esemplari e di conchiglie di molluschi particolarmente significative, “Fossili e Territori” suggerisce brevi tappe per scoprire sei curiosità del territorio astigiano: in questa puntata se ne segnalano tre a Cortandone e una rispettivamente a Chiusano, Castellero e Schierano (Passerano Marmorito). Chi va a Cortandone, dove resistono alcuni affioramenti fossiliferi, non dimentichi di fermarsi davanti al grande murales artistico di Roberto Collodoro, realizzato nel 2021 per la rassegna “Street Art sulle colline del mare”, che non a caso utilizza la conchiglia Pecten come elemento di congiunzione tra passato e futuro.
Nelle foto: Com’era la balena grigia di Cortandone (ricostruzione Piero Damarco); il cranio della balena grigia, esposto al Museo dei fossili di Asti, e quello del delfino con note di classificazione d’epoca; l’affioramento di strada Valinosio a Cortandone.

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