Falsi carabinieri responsabili di furti, rapine in abitazione e truffe ai danni di anziani nelle province di Pavia, Lodi, Bergamo, Cremona, Piacenza, Brescia e Milano.
Qualificandosi come “carabinieri”, esibivano falsi distintivi e tesserini, guadagnando la fiducia delle vittime e, distraendole, simulavano l’intervento sul posto a seguito di un furto finalizzato alla ricerca dei ladri, ovvero fingendo l’arresto del “ladro”.
Grazie ad un complice, si impossessavano di preziosi e danaro contante fuggendo a bordo di autovetture di grossa cilindrata, munite di targhe contraffatte, con lampeggianti e sirene (normalmente in uso alle forze dell’ordine).
L’operazione denominata “Fake police” (falsa polizia) – avviata nel mese di gennaio 2015 – ha permesso di documentare l’esistenza di un’associazione criminale di soggetti di nazionalità italiana di etnia sinti ed albanese dedita alla commissione, sul territorio nazionale (in particolare nelle province di Pavia, Cremona, Lodi, Piacenza, Milano, Bergamo e Brescia), di furti e rapine in ville, solitamente isolate, soprattutto ai danni di anziani.
A seguito di un’articolata attività investigativa, diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Mazza e coordinata dal Procuratore Capo del Tribunale di Pavia dott. Mario Venditti, i carabinieri di Pavia hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere nei confronti di sette malviventi di cui cinque di Asti: Derossi Alessandro, 54enne, Cena Arturo, 32enne, Stendardo Giastin, 31enne di Asti, Nuara Gianpaolo, 37enne di Asti, Caragrande Bruno, 35enne, Margjoni Albert, 27enne di Asti, e all’obbligo di dimora con presentazione alla P.G. nei confronti di Lafleur Vito, 31enne di Asti, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate, furti aggravati, ricettazione ed utilizzo di segni distintivi contraffatti.
I malviventi per compiere dei furti in abitazione, in assenza dei proprietari, effettuavano accurati sopralluoghi, grazie all’ausilio di strumenti da scasso, quali mazze in ferro, grosse cesoie e flessibili di diverse dimensioni.
Se scoperti, non esitavano a minacciare le vittime, anche utilizzando spray urticante, immobilizzandole per poi svaligiare le abitazioni.
L’attività d’indagine, avviata nel mese di ottobre 2015, ha consentito di accertare, tra rapine e furti, almeno 82 episodi.
In una giornata i malviventi riuscivano a mettere a segno più colpi arrivando a guadagnare anche 50.000 euro. Sono tuttora in corso accertamenti.