Durante l’incontro del Movimento 5 Stelle a Canelli, svoltosi nel Salone della cassa di Risparmio di Asti, oggi 12 febbraio, è stata letta dallo stesso autore una lettera sulla candidatura di Roberto Marmo: «Gentili signori, sono qui per mettere in luce, un fatto piuttosto grave che si sta verificando in questa campagna elettorale 2018. Io sono Diego Depetrini, ex socio della Cantina sociale di Canelli, storica realtà economica e di prestigio territoriale sorta nel lontano 1993 e purtroppo tristemente fallita 5 anni or sono. La cantina, che già attraversava un periodo di difficoltà, era stata rilevata alla presidenza dal signor Roberto Marmo, presentatosi come colui che voleva far risorgere la suddetta per il bene dell’economia locale e per il prestigio che comunque rappresentava nei nostri territori. Ebbene, dopo alcuni anni di gestione Marmo, di punto in bianco, senza avere neanche ventilata la possibilità che ciò potesse accadere, c’è stato il fallimento e con esso la perdita totale del ricavato di un anno di lavoro e la beffa di avere pure versato l’Iva sulle fatture emesse mai saldate. Stiamo parlando di circa 1 milione e 800 mila euro divisi fra tutti i soci, i più grandi dei quali hanno perso cifre superiori a 100 mila euro. Nel frattempo i 28 dipendenti della stessa cooperativa hanno perduto il lavoro. Ad oggi noi soci, oltre a non aver percepito neppure un centesimo sull’annata di vendemmia incriminata, siamo ancora in attesa di avere perlomeno compensata l’Iva ingiustamente versata. Ora, venendo a conoscenza che il signor Marmo si è portato candidato al Senato della Repubblica, come credo sia facile immaginare, rimaniamo basiti ed increduli, come può un personaggio che con la propria gestione scellerata ha fatto chiudere una delle più antiche e prestigiose cantine del Piemonte mettendo in ginocchio l’economia di decine di famiglie, che è sparito come ovvio dalla scena pubblica locale, avere l’integrezza morale e pensare di poter rappresentare degnamente i nostri territori, le nostre realtà e i nostri interessi a Roma? Noi ex soci non riusciamo a capacitarci di questo fatto e quindi vorremmo cogliere l’occasione per evidenziare pubblicamente la cosa, a nostro giudizio molto grave!»