L’Assedio di Canelli, una delle più originali e coinvolgenti rievocazioni storiche d’Italia.
Nel centro di una delle capitali mondiali del vino dove, oltre un secolo e mezzo fa, è nato il primo spumante d’Italia, nel cuore di un’area che comprende le vigne piemontesi candidate a diventare patrimonio dell’Umanità sancito dall’Unesco, si svolge una delle più originali rievocazioni storiche italiane, l’Assedio di Canelli. Un evento fuori dal comune e unico nel panorama folcloristico popolare del Piemonte e di tutto il Nord Ovest d’Italia.
Preparativi. Per un intero fine settimana, sabato 19 e domenica 20 giugno, a Canelli, in provincia di Asti, si svolgerà la diciannovesima edizione dell’“Assedio di Canelli 1613”. Nei giorni precedenti fervono i lavori per trasformare il centro storico di Canelli in un villaggio seicentesco cinto d’assedio, a partire dalla installazione della grandiosa porta, di fattura seicentesca, del famoso scenografo Carlo Leva. Ogni segnale di modernità è camuffato: insegne, cabine telefoniche, perfino i segnali stradali sono coperti e mascherati.
Sulle strade sono sistemate balle di paglia, in piazze, strade e cortili sono allestiti accampamenti e botteghe artigiane, officine e laboratori, stalle e ricoveri.
Insomma l’Assedio di Canelli 1613 è un salto indietro nel tempo in piena regola, con duemila figuranti in costume d’epoca che, per due giorni, usano lingua e modi seicenteschi e interpretano vicende da cappa e spada per una due giorni all’insegna del ferro e fuoco.
Non mancano i duelli e le battaglie all’arma bianca, con cariche di cavalleria, raffiche di fucilieri e cannoneggiamenti con bocche da fuoco perfettamente ricostruite secondo le tecniche armigere del Seicento.
Tra le attrattive della festa ci sono osterie e taverne, allestite in varie zone del centro storico, ricostruite in perfetto stile seicentesco, che tra il sabato e la domenica, propongono menù rigorosamente ispirati al XVII secolo. E ogni portata è controllata severamente da esperti conoscitori della storia culinaria dell’epoca. I prezzi sono popolari, tra gli 8 e i 22 testoni a testa.
Il fatto storico. L’Assedio prende spunto da un fatto storico accaduto nell’ambito delle guerre per la successione del Ducato di Monferrato (1613-1617). Nel 1612 muore Francesco Gonzaga, duca di Mantova con diritti sul Monferrato. Si aprono i contrasti per la successione. Carlo Emanuele I, duca di Savoia, per difendere i secolari interessi che la sua casata ha sul Monferrato, decide di risolvere le controversie con le armi. S’inizia la “Guerra per la successione del Ducato di Monferrato”. Canelli, interamente fortificata e sul confine tra Savoia e Monferrato, come molti altri centri della zona, è teatro di combattimenti e subisce numerosi attacchi. Nel giugno del 1613, approfittando della mancanza di soldati dalle fortificazioni canellesi, Carlo Gonzaga, duca di Nevérs, con un reggimento di cavalleria, uno di fanteria e con vari cannoni, attraversa il fiume Belbo e cinge d’assedio la città. Le truppe monferrine tentano di entrare nel borgo, ma trovano la resistenza della piccola guarnigione rimasta e della popolazione. Come ebbe modo di scrivere un cronista dell’epoca, nella lingua in uso allora, i mantovani si ritirarono “con morte d’alcuni cavaglieri principali, capitani, soldati, et molti feriti. E con tanto spavento et fuga che lasciarono sopra la piazza, i pettardi et le scale con alcuni pezzi di bronzo et altri carri carichi di moschetoni da posta, piche et altre armi”. Il Duca di Savoia per premiare gli uomini e le donne di Canelli del loro coraggio li esentò per trent’anni dal pagamento delle tasse.
La rievocazione. Canelli rivive l’Assedio di quattro secoli fa. Migliaia di figuranti in costume si muovono nel centro storico che, per due giorni, si trasforma in un borgo seicentesco cinto d’assedio con osterie e taverne rigorosamente seicentesche, battaglie, duelli all’arma bianca e cariche di cavalleria.
Picciuolo, tiletto, bulletta di sanità, testone, sono alcune delle parole d’ordine seicentesche che si sentiranno risuonare.
Tiletto. Meglio entrare nel borgo assediato muniti di lasciapassare, il famoso ‘tiletto’, che si ritira alle porte carraie.
Salvacondotto. Turisti in borghese o figuranti in costume, sorpresi dalle ronde militari privi del salvacondotto vidimato, rischiano la gogna o altre punizioni: gavettoni d’acqua, la gabbia del ludibrio e via torturando.
Picciuolo. Tra le iniziative che animano l’edizione 2010 dell’Assedio c’è la novità del ‘picciuolo’, piccola brocca in vetro, in uso nel Seicento. Ha la capacità di un quarto di litro, costa 3 euro e dà diritto a degustazioni di vini locali.
Testone. Soltanto con il ‘testone’ moneta seicentesca si può fare compere tra le bancarelle e saldare il desco a osti e tavernieri. I punti di cambio sono indicati da mappe consultabili nel recinto assediato.
Bulletta di sanità. Salvacondotto medico che accerta la condizione di buona salute dello straniero (il Seicento è l’anno dell’epidemia di peste che causò vittime in tutta Europa). Si ritira nel cortile dello Iat, l’ufficio turistico, nel cortile del Palazzo Giuliani.
PROGRAMMA
Sabato 19 giugno – Primi rumori di guerra, la città assediata.
Alle ore 15, contadini e popolani fuggono dalle campagne e si dirigono in città passando per la porta principale, i militari ispezionano i carri alla ricerca di eventuali spie; precedute da rombi di cannone si avvicinano le truppe nemiche che incalzano gli ultimi fuggitivi. I nemici si avvicinano, le truppe sabaude vengono scacciate dall’accampamento esterno e si trincerano nella cerchia cittadina. I nemici si impossessano dell’accampamento e vi si installano. Verso le 16, il rullo dei tamburi annuncia l’ispezione alle porte della città da parte del Duca Carlo Emanuele scortato dal suo drappello. Alle porte, dopo cannoneggiamenti e sparatorie, si inizia a trattare. I nemici intimano la resa. I canellesi sdegnosamente rifiutano. Si annuncia alla popolazione l’inizio dell’assedio. Movimenti di soldati. Le truppe si schierano, ci sono i primi assalti.
Verso le ore 17, le truppe nemiche costeggiando le mura si dirigono al castello. I banditori ed i comandanti annunciano alla popolazione il tentativo di assalto. Le truppe sabaude sfilando per la città salgono al borgo di Villanuova per contrastare il nemico. Nei prati del castello le truppe Mantovane e quelle sabaude dispongono uomini e cannoni. Iniziano le trattative che subito naufragano.
Alle ore 18, inizia una cruenta battaglia. I mantovani infliggono gravi perdite alle milizie sabaude ma desistono dal proposito di assaltare il castello.
Verso le ore 19, i cerusici curano i feriti ed i frati raccolgono i caduti. S’inizia la lunga notte dell’assediato. Le milizie rientrano in città percorrendo la Sternia, la stradina acciottolata che sale fino al castello.
I nemici si acquartierano nell’accampamento fuori mura. Osterie e taverne aprono i battenti e propongono la cena dell’Assediato (da 8 a 22 ‘testoni’ a persona).
Nella notte, verso le 22,30 i nemici tornano ad assalire il castello. Le truppe savoiarde intervengono, si sviluppa uno spettacolare incendio che viene prontamente domato. Seguono scaramucce alle porte, i briganti assalgono i nottambuli e gli avventori delle osterie ancora aperte, i frati iniziano le loro fiaccolate, le ronde militari vegliano.
Domenica 20 giugno – L’assalto del nemico, la vittoria.
Alle ore 9, si intensifica l’attività militare alle porte della città, i nemici si schierano alla porta del Borgo, il corteo ducale, preceduto dal rullo dei tamburi percorre la città, il Duca ispeziona le truppe.
Alle ore 10, le varie compagnie militari sfilano per la città con esibizione di sbandieratori, i maestri d’arme istruiscono le truppe per l’imminente battaglia. Le truppe mantovane completano lo schieramento d’attacco di fronte alle porte del borgo. Le truppe savoiarde, provenienti da quattro punti della città, si ammassano per fronteggiare il nemico. Si tenta una mediazione diplomatica per sventare l’assalto, gli archibugieri prendono posizione, inizia la grande battaglia, gli uomini e le donne di Canelli intervengono in soccorso delle truppe savoiarde e scacciano il nemico.
A mezzogiorno, dopo la morte del comandante nemico il cui cadavere viene portato in trionfo per la città, le truppe mantovane si danno alla fuga. Sul campo restano morti e feriti, i frati ed i cerusici curano i sopravvissuti. Per festeggiare la vittoria si dà vita ad una sfilata per le vie della città.
Pranzo della vittoria. Le osterie e taverne servono il ‘pranzo della vittoria’ anche qui tra gli 8 e i 22 ‘testoni’ a persona. Musici e giocolieri si esibiscono per tutto il giorno fino a sera.
Carra. Infine ci sono i giochi di piazza tra cui la ‘carra’ con squadre di uomini forzuti che si contendono, in una sorta di tiro alla fune, un carro su cui è sistemata una botte colma di buon vino che va in premio a chi riesce a trascinare, oltre alla linea stabilita, avversari e carro.
Spettacolo pirotecnico. Verso le ore 22, lo spettacolo di fuochi pirotecnici segna la fine della manifestazione.
Cantine storiche. Tra le cose da vedere le cantine storiche, dette anche Cattedrali Sotterranee: Bosca, Contratto, Coppo e Gancia. Un dedalo di tunnel, gallerie e sale scavato nel sottosuolo della città dove ancora oggi si affinano vini e spumanti famosi in tutto il mondo. E’ da qui che è partito il progetto Unesco che candida il Piemonte vinicolo a patrimonio dell’Umanità.
Muda. Merita una visita anche il museo multimediale della vite, del vino e delle eno-tecnologie realizzato nelle sale ottocentesche dell’ex scuola elementare in via Giuliani, nel cuore del centro storico di Canelli. Attraverso un originale percorso, tra totem telematici, maxischermi interattivi, webcam e collegamenti Internet, il visitatore scopre molte cose sul mondo del vino. La scenografia porta la firma di Eugenio Guglielminetti, artista astigiano scomparso qualche anno fa che lavorò con i più grandi registi teatrali.
Informazioni. Città di Canelli Ufficio Manifestazioni – via Roma 37, 14053 Canelli (At) tel. 0141 820231 – fax 0141 820255 www.comune.canelli.at.it
Foto, video e cronaca in diretta su: www.assediodicanelli.it