Oscar Bielli: “Con la morte di Lorenzo Vallarino Gancia si conclude un’epoca”

L’ex sindaco di Canelli Oscar Bielli ha scritto un interessante intervento sulla figura di Lorenzo Vallarino Gancia, recentemente scomparso:

«Con la morte di Lorenzo Vallarino Gancia, “il dottor Renzo”, si conclude un’epoca.
Per la seconda volta mi ritrovo a ribadire questo concetto. Quel che non siamo più, che ci viene confermato dalla scomparsa di grandi figure.
Non voglio parlare dell’imprenditore illuminato, ad altri questo compito.

Mi voglio soffermare sull’Uomo che, come altri passati protagonisti, sapeva parlare del nostro lavoro, della nostra terra al mondo intero per poi ritornare tra noi.
Uno di noi. O come amava dire nei nostri frequenti incontri: “noi di Villanuova”. Affidando a queste parole l’essenza della Sua appartenenza.

Espressione vera della grande tradizione di famiglia che aveva saputo coniugare crescita imprenditoriale e sociale. Infatti il primo acquedotto, il percorso ferroviario, le prime case popolari per i dipendenti, il primo asilo nido, portano la firma della sua famiglia. Cose di cui lui andava molto fiero.

Il rispetto e l’attaccamento al paesaggio e all’ambiente (esponente FAI per molti anni) l’avevano portato, unico esempio nel nostro Paese, a richiedere l’applicazione della Legge Galasso per le aree verdi di sua proprietà (ii pro’ di Gancia) che conducono al Castello.

Amava condurre a Canelli (come un vero castellano) personaggi illustri rendendoci così parte della stima internazionale di cui godeva.

Un’innovatore, pur nella grande capacità diplomatica ereditata dal padre. A Suo modo un “sessantottino” quando si pose a capo dei giovani industriali in Confindustria per ispirare un cambio di passo negli anni difficili della contestazione. E poi presidente ed amministratore delegato del “Sole 24 ore” diventando un protagonista della vita imprenditoriale nazionale.

A fronte di tutto ciò sapeva accettare (dicendosene onorato) la Presidenza della Pro Loco di Canelli. Quando si dice che tutto cambia…
La sua ultima grande dimostrazione di attaccamento alla sua, alla nostra terra, l’impegno nel sostenere l’idea, nata a Palazzo Anfossi, di proporre le “Cattedrali Sotterranee” a Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Resterà, questo, il suo testamento a favore della nostra collettività.

Nelle vicissitudini che la vita ci impone è stato interprete di quel valore espresso da Goethe nel suo Faust: “L’eredità dei Padri da riguadagnare per possederla”.»