>> ‘Canelli c’è’, dimissioni in blocco del direttivo e polemica col Comune

Dei 110 soci, erano almeno una cinquantina gli esercenti che, giovedì sera, 3 gennaio, nel salone CrAt, hanno partecipato all’assemblea di ‘Canelli C’è’ per prendere atto del bilancio annuale, delle dimissioni in blocco del direttivo e di tante ‘varie iniziative’.

Il presidente Lorenzo Roveta dopo aver accennato agli entusiasmi succeduti all’epica cena di due anni fa   (“ci credavamo… ci siamo buttati a capofitto”), ha ricordato il faticoso e impegnativo lavoro svolto, soprattutto dal direttivo, nel 2010. 

Enrico Salsi, presidente, fino a due anni fa e socio fondatore della decennale associazione, ha rievocato l’immagine di cui godeva, nel 2009, l’associazione con “tanta cordialità, dinamicità, unità” ed il suo sfilarsi nel 2010, quando il socio “ha poi perso la voglia. Ormai sono in troppi a non aver capito che con un commercio fiorente si promuove l’intera città. Ragion per cui non ci sentiamo più rappresentativi del commercio canellese e ci dimettiamo tutti”.
E ha cominciato a prendere fiato la questione del Pqu (Piano qualificazione urbana) che non sarebbe decollato per la questione della scelta del professionista e della scadenza dei termini di presentazione.

Motivando le motivazioni delle dimissioni dell’intero direttivo, ha poi aggiunto: “Ci dimettiamo uniti perché non ci siamo sentiti  appoggiati dai nostri soci che avremmo voluto vedere ragionare di più, ognuno con la propria testa, e cercare una maggiore comunione d’intenti”.

Massimo Panattoni, premesso di non voler far polemica con l’assessore al commercio Guido Mo (presente anche se non invitato), ha evidenziato  come non sia stato sufficiente da parte del sindaco parlare e promettere e neanche far eleggere dai commercianti un assessore esterno che avrebbe dovuto interpretare le reali esigenze  del settore.
E le geremiadi si susseguono: non sentirsi appoggiati dal Comune, non essere riusciti a far decollare il Pqu, l’illuminazione natalizia portata avanti a costo zero per il Comune, la Notte bianca, la Città del vino, la Fiera del tartufo, nessun sforzo per far coesistere ‘Canelli C’è’ e l’altra associazione commercianti ‘Giovanni XXIII’, i soldi, l’incapacità a comunicare. In sostanza, per Panattoni: “L’Amministrazione, non appoggiandoci, ha perso una buona occasione per dimostrare che la rinascita del commercio è parte integrante dei suoi piani”.

Ma l’assessore Mo non ci sta, si difende ed attacca: “per mille motivi non sono riuscito a far collaborare e unire le due associazioni. Io ci ho provato. La buona volontà ce l’ho sempre messa. Ma i problemi sono stati tanti, a cominciare dalla salute del dirigente, dalla chiusura dei rubinetti da parte della Regione, ma anche da voi che non avete fatto niente. Luci a parte, a Natale, c’erano contributi per altre attività e non avete fatto nulla neppure in occasione della pista di pattinaggio”.

Il direttivo ha poi rinnovato al completo le dimissioni. Resterà in carica per qualche tempo, passerà un bilancio in positivo,  consegnerà i 4.000 euro raccolti per i commercianti alluvionati del Veneto ed offrirà la possibilità ai soci di formare una nuova direzione. Se nessun socio accetterà di candidarsi, l’associazione sarà regolarmente sciolta davanti al notaio.

<Le dimissioni del Direttivo “Canelli c’è” – interviene sull’argomento Fausto Fogliati, capogruppo di opposizione di Canelli Futura – sono il segnale del fallimento dell’Amministrazione del nostro assessore Mo. La nomina era già stata frutto di un’idea non condivisa da molti fra gli stessi commercianti e di un’elezione pasticciata. Ad oggi non esiste un piano commerciale al pari delle altre città, nonostante le promesse formulate da Mo oltre un anno e mezzo fa; inspiegabilmente dopo tanto discutere il progetto per la qualificazione urbana (interventi a migliorare il centro cittadino e non solo), Mo ha deciso di abbandonare tutto e rinviare al prossimo anno, quando con molte probabilità la Regione Piemonte non metterà più fondi a disposizione per questo tipo di finanziamenti.

Le accuse rivolte ai commercianti da Mo, nella serata di martedì scorso, sono imbarazzanti e offensive, vuote di proposte e di impegno per questo settore dell’economia della nostra città che già patisce gli effetti della crisi economica; l’assessore confonde le manifestazioni con i progetti per la rivitalizzazione del commercio cittadino, inevitabilmente sprovvisto di strumenti per combattere anche la grande distribuzione: ci aspettavamo che i 1000 euro a bilancio si trasformassero in altre cifre (Nizza ne ha messi a disposizione 12.000) nelle successive variazioni di bilancio, così come promesso.

Come se non bastasse, in parecchi passaggi si è avuta l’impressione che più che Mo preferisse un’Associazione commercianti con cui dialogare poco e male, onde evitare di essere messo alle strette su argomenti come il piano regolatore, l’isola pedonale e come già detto, piano commerciale e qualificazione urbana. Certo non è così che si crea il dialogo e la collaborazione utili in questi casi. Ancora una volta, nessuna idea e nessun denaro: la minoranza quasi rimpiange il vecchio assessore al Commercio, Paolo Gandolfo, con cui certo non era stata tenera.>

,