Nell’ex chiesa di San Rocco, nell’antico borgo di Villanuova di Canelli, luogo di raccolta dei deportati canellesi che partivano per i campi di sterminio nazista, il ricordo si è fatto racconto e testimonianza. Martedì sera, 24 aprile, c’era una marea di gente richiamata dall’avvincente tema della “Resistenza al femminile”, con immagini, parole e musica dedicate alla santostefanese Nicolina Soave, la famosa “staffetta per la libertà”.
Una serata in omaggio alla Resistenza, voluta da Memoria Viva, che ha curato l’organizzazione del 25 Aprile, in collaborazione con la Proloco Antico Borgo Villanuova, l’Israt, l’Anpi e il patrocinio del Comune. Un’occasione per riflettere sugli aspetti meno noti dell’ultimo conflitto mondiale e l’attività partigiana. Al centro la figura delle donne, madri, mogli e sorelle dei partigiani, «a torto considerate solamente “staffette” – ha sottolineato Nicoletta Fasano dell’Israt – Donne che, in molti casi, sono state, nell’ombra, le colonne della guerra contro l’occupazione, sostegno e aiuto delle formazioni partigiane sulle colline tra Piemonte e Liguria».
Toccante la testimonianza di Nicolina Soave, tra le più importanti “staffette” partigiane come risulta dall’intervista di Giulio Sardi registrata su video da Giancarlo Scarrone. Parole e ricordi inframmezzati dalle note del flauto di Simona Scarrone e del violino di Costanza Caruzzo. Anteprima che ha fatto da prologo alla celebrazioni canellesi della Festa della Liberazione, martedì mattina.
In piazza della Repubblica centinaia di canellesi, associazioni, autorità si sono dati appuntamento per ricordare il 67° anniversario con la deposizione della corona d’alloro al monumento dei caduti accompagnati dalle note dell’Inno d’Italia suonato dalla banda musicale “Città di Canelli”. Cerimonia semplice e sobria, che si è chiusa con la sfilata e la messa a San Tommaso in suffragio a chi è caduto per la libertà.