In occasione del 68° anniversario della Liberazione, domenica 16 giugno, al cippo dei “Martiri del Falchetto”, don Ciotti ha celebrato la Santa Messa, alla presenza di un folto pubblico, numerosi sindaci, i rappresentati delle associazioni partigiane. Da Canelli, assieme a numerosi concittadini sono intervenuti Giancarlo Scarrone con la bandiera dell’ANPI e Mauro Stroppiana col labaro di Memoria Viva.
Durante la S. Messa, toccanti e ricche di richiami di attualità le parole di don Ciotti a ricordo dei cinque partigiani uccisi al Falchetto dai fascisti, nel giugno del 1944.
«E’ impossibile raccontare tutta la serie di provocazioni che don Ciotti ha lanciato ai partecipanti, ognuno dei quali ha potuto portarsi a casa la sua, per tradurla nella vita di ogni giorno – ha rilasciato il dott. Mauro Stroppiana – Gesù chiama a gettare le reti, ovvero ad operare nel mondo con speranza. Alla fine della vita non ci sarà chiesto se saremo stati credenti, ma se saremo stati “credibili”, cioè persone che hanno trasformato le idee in fatti. Ecco dunque una traduzione: quella di fare della Costituzione, nata dal sangue di tutti quelli che, come i martiri del Falchetto, sono morti per la libertà, in cultura e costume. Il che significa trasformarla da una serie di principi, a una prassi di scelte di vita e politiche.
Politica. Durante l’orazione ufficiale, don Ciotti ha poi elogiato la vera politica, che “è la più esigente forma di carità” e in tale senso va interpretata. Moderno profeta, don Ciotti, che ha sempre saputo anticipare la lettura dei segni dei tempi, ci ha richiamato a rinnovare la politica a due livelli: a Roma, in Parlamento, dove si combattono le mafie con leggi giuste che da anni attendono di essere promulgate (e non bloccando decreti) o stravolgendo progetti legislativi nati con le buone intenzioni, ma che poi in Commissione o in Aula vengono stravolti a tutela degli interessi dei poteri forti. E poi c’è l’impegno in prima persona, con un richiamo a tutti i presenti a diventare cittadini responsabili, capaci di rispondere alle sfide dei tempi, a vivere in prima persona quello che si vorrebbe realizzato in politica.
Politica e impegno personale che devono portare tutti a lavorare insieme e non accanto. L’unico sforzo che vale è quello per il bene comune».