>> Il disagio mentale e da dipendenza al centro di un convegno al Massaia

Non solo addetti ai lavori, ma anche sindaci, amministratori del socio-assistenziale, volontari hanno partecipato, venerdì 3 dicembre, al convegno “Utenti visibili e invisibili nella sanità” voluto dall’Asl AT, all’ospedale “Cardinal Massaia”.

Gli utenti invisibili di cui si è parlato al convegno sono i pazienti psichiatrici o da dipendenza. Lo sforzo dell’Asl è intercettare il disagio e incanalarlo in percorsi di sostegno e cura per dare dignità alla persona, affiancarne la famiglia, attivare una rete sociale in cui servizi differenti realizzino e integrino gli interventi.

“Ci piace pensare a questi pazienti come persone in via di guarigione e non come malati permanenti” ha sottolineato Luigi Robino direttore generale dell’Asl di Asti.

Sul risvolto positivo che il controllo delle marginalità determina sulla spesa sanitaria e sociale, ha parlato Maurizio Ruschena, direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl AT: “Un nostro utente costa 80 euro al giorno in comunità terapeutica, 250 euro in carcere e fino a 500 euro in ospedale”.

Con il centro diurno (“drop in”, struttura a bassa soglia) finanziato dalla Regione e allestito in via Baracca, il Dipartimento ha intercettato finora 160 persone per complessivi 2740 passaggi, offrendo loro accoglienza e puntando a rinforzare la motivazione al cambiamento.

Un percorso lungo, seguito dagli operatori della Cooperativa Jokko, che ha consentito, oltre che di tutelare la salute dell’utente, di entrare in contatto con il consumo sommerso di droga. Parallelamente si è agito, hanno ricordato gli operatori intervenuti, anche sul reinserimento sociale: 226 le borse lavoro attivate in 12 anni grazie alla sensibilità di 38 aziende, 23 cooperative sociali, 9 enti pubblici.

Un aiuto al disagio mentale è venuto, nell’ultimo anno, con il progetto innovativo dell’Asl At (che è a capo di una rete di 8 Dipartimenti di Salute Mentale Italiani: Torino, Bologna, Reggio Emilia, Ravenna, Livorno, Napoli e Bari) sull’onoterapia (cura degli asini). Un’esperienza intensa, raccontata dall’assistente sociale Gabriella Sala e ascoltata tra il pubblico dagli stessi cinque ragazzi coinvolti, che da quest’anno coltivano con successo anche l’orto nato fuori le mura del Massaia.

“Il lavoro – ha spiegato Caterina Corbascio, direttore del Dipartimento di Salute Mentale, che conta 2500 pazienti – è una costante richiesta dei nostri utenti ed è anche un obiettivo che l’Asl sta attuando con grande soddisfazione: dieci le assunzioni raggiunte tra il 2009 e il 2010, un dato di grande rilievo e quasi dieci volte superiore rispetto ai risultati registrati da altre strutture sanitarie piemontesi”.  

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