La Commissione europea, lunedì 14 marzo, ha inviato un ‘parere motivato’ all’Italia esortandola a rispettare la normativa comunitaria per quanto riguarda la discarica di rifiuti realizzata nel sito di Cengio.
L’Italia avrà due mesi di tempo per rispondere ai rilievi di Bruxelles e cercare di evitare un deferimento alla Corte di giustizia europea.
Il provvedimento rischia di costare molto caro. Infatti, le norme comunitarie fissano per l’Italia una sanzione forfettaria minima di 9 milioni e 920 mila euro, più eventuali penalità di mora che partono da 22 mila euro al giorno.
Il parere dell’Ue è il secondo gradino della procedura di infrazione avviata 18 mesi fa nei confronti dell’Italia a seguito di una denuncia del Wwf. Dopo la lettera di messa in mora del 9 ottobre 2009 che sottolineava la mancanza di valutazione di impatto ambientale per la discarica, l’Unione europea, non ritenendo soddisfacenti le risposte italiane, è passata al ‘parere motivato’, ultimo passo prima del deferimento alla Corte di giustizia.
Eloquente il commento dell’ex commissario (1999 – 2004), per la bonifica Acna ed attuale presidente del Wwf, Stefano Leoni: “E’ la conferma che la bonifica non è terminata. Chiunque vada a Cengio se ne accorge. Non so se quanto è successo sia frutto di dolo o incompetenza. Sappiamo che porterà ritardi nel riutilizzo dell’area e porterà un danno erariale”.
In merito e sul dopo – Acna, non abbiamo ancora il resoconto su quanto abbia ragionato, ieri lunedì 21 marzo, la nuova importante ‘cabina di regia’, composta da Regione Province, amministratori comunali di Piemonte e Liguria.