Contro lo spreco alimentare la mozione dell’on. Massimo Fiorio

Lo spreco di cibo prodotto nelle nostre case fa buttare nella spazzatura, a ogni famiglia italiana, non meno di 1600 euro l’anno: un dato su cui riflettere, mentre sabato 14 giugno si terrà, anche ad Asti, la colletta alimentare straordinaria per rafforzare gli aiuti agli indigenti.
La Camera, nei giorni scorsi, ha approvato una mozione contro lo spreco alimentare di cui è stato primo firmatario il deputato Massimo Fiorio.

“Ogni anno – ricorda il parlamentare astigiano – vengono buttati 76 chili di cibo a persona: recuperando almeno un quinto del totale potremmo sfamare gli 8 milioni di persone in difficoltà nel nostro paese. E’ dunque importante che, accanto ad azioni di raccolta promosse dal Banco alimentare (soltanto ad Asti le tonnellate recuperate e ridistribuite nel 2013 sono state 220 e testimoniano il grosso impegno dei volontari), lo Stato attui con urgenza misure per ridurre lo sperpero di cibo, dall’approvvigionamento del prodotto al suo consumo”.

La mozione impegna il Governo a promuovere campagne informative sui prodotti freschi per sensibilizzare il consumatore sul modo migliore di conservarli più a lungo, differenziare gli imballaggi per prodotti freschi e non, promuovere nella scuola dell’obbligo, fin dalla prossima sessione, iniziative di educazione alimentare e gestione ecosostenibile delle risorse naturali.

“Vanno inoltre incoraggiate – indica Fiorio – politiche commerciali che prevedano, nei punti vendita, offerte per alcuni prodotti deteriorabili o la cui confezione è danneggiata. Altri obiettivi della mozione guardano alla trasformazione delle eccedenze alimentari in cibo a lunga conservazione (come succhi di frutta o zuppe) e alla capacità di sostenere con tempestività le richieste degli enti di aiuto alimentare”.

Il documento approvato alla Camera tenderà anche a rafforzare i principi “secondo i quali, in sede di aggiudicazione degli appalti pubblici e privati – indica l’esponente Pd – i criteri premiali dovranno essere rivolti a evitare lo spreco alla fonte, prevedendo capitolati che, nella ristorazione collettiva (mense ospedaliere, scolastiche, aziendali, ecc.), favoriscano da un lato il ricorso ad approvvigionamenti in ambito locale, salvaguardando la qualità e la tracciabilità dei prodotti, e dall’altro la ridistribuzione gratuita del cibo ai cittadini meno abbienti”.