Un piano regolatore che tuteli le piante da tartufo «onde prevenirne ed evitare l’abbattimento selvaggio». Guarda avanti l’Associazione Trifulao di Canelli che, domenica 13 marzo, ha celebrato l’annuale incontro presso il ristorante San Marco di Canelli. Una settantina gli intervenuti, tra i quali i rappresentanti di altri sodalizi del settore in arrivo da Alba, Bergamasco, Santo Stefano Belbo, Neive, Incisa, Genova, Montegrosso, Mombercelli e Acqui.
Piercarlo Ferrero, padrone di casa e presidente dell’associazione di cercatori canellesi, ha messo il dito sulla volontà di «perseguire i nostri obiettivi» nonostante l’annata scarsa. Obiettivi che il presidente ha sintetizzato nella «tutela e la salvaguardia del territorio del nostro tartufo bianco, il costante rinnovo, la gestione e il miglioramento delle tartufaie e il recupero del patrimonio arboreo tartufigeno» .
Menzione a parte merita un argomento che, da anni, sta a cuore ai trifulau: la libera ricerca. «Ci battiamo per una cerca senza vincoli di riserve private né inibizione alle aree da tartufo. Siamo tra quelli che credono in questa filosofia e la portiamo avanti».
Al sindaco Marco Gabusi la richiesta, dopo i ringraziamenti per il supporto ricevuto con la “tartufaia didattica”, per un’attenzione particolare al mondo dei trifulau, sentinelle del territorio, «consultando l’associazione per ogni necessità» evitando interventi indiscriminati «che creano danni irreparabili a tutto l’ecosistema».
Piercarlo Ferrero, in chiusura, ha annunciato per giovedì 17 marzo un convegno, al salone della Cassa di Asti, sulla tartuficultura e mantenimento del territorio. Relatore Edmondo Bonelli, agronomo, enologo e dottore in Scienze dell’alimentazione. «Un momento di riflessione per tutti: dagli agricoltori ai vignaioli a coloro che hanno a cuore il nostro territorio».