Atteso da 22 anni, giovedì 12 gennaio 2012, nella sala del Consiglio comunale, è stato ufficialmente presentato il decreto (15 novembre 2011) del direttore generale dello Sviluppo Agroalimentare e della Qualità che autorizza la denominazione di origine controllata e garantita “Moscato d’Asti”, seguita dalla specificazione della “sottozona Canelli”.
La denominazione è riservata al vino ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti nell’ambito aziendale dal vitigno Moscato bianco. 22 Comuni. La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a denominazione docg ‘Moscato d’Asti’ con la specificazione della sottozona ‘Canelli’ si estende in dieci Comuni della provincia di Asti e dodici nella provincia di Cuneo. In provincia di Asti: l’intero territorio dei Comuni di Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Coazzolo, Costigliole d’Asti, San Marzano Oliveto, Moasca e la porzione di territorio sito sulla sinistra orografica del fiume Bormida del Comune di Loazzolo; in provincia di Cuneo: l’intero territorio dei Comuni di Camo, Costigliole Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie, Rocchetta Belbo, Serralunga d’Alba, S. Stefano Belbo, Treiso, Trezzo Tinella e le frazioni di Como e San Rocco Senodelvio del Comune di Alba.
La denominazione ‘Moscato d’Asti’ seguita dalla specificazione ‘Canelli’, potrà essere accompagnata dalla menzione ‘vigna’ purché il vigneto abbia un’età di impianto di almeno sette anni. Se l’età del vigneto è inferiore, la produzione di uve ad ettaro ammessa è pari: al terzo anno, resa uva 5,1 t/ha; al quarto anno, 5,9; al quionto anno, 6,8; al sesto, 7,7. Il Sindaco Marco Gabusi, il delegato all’agricoltura Piercarlo Merlino, l’ex assessore all’agricoltura Flavio Scagliola, Gian Marco Cerutti, Pierstefano Berta e i produttori canellesi hanno ringraziato, rievocando le rocambolesche tappe ed evidenziando le opportunità.
«Il ‘Canelli’, è frutto di un’agricoltura eroica, ma è l’unico al mondo… Sarà uno strumento in più per la nostra economia. Spendiamolo bene… Ovviamente, la sede naturale sarà a Canelli, dove ormai si sono creati diversi locali liberi… Già a primavera siamo pronti ad uscire con 400/500 quintali di ‘Moscato Canelli’… Fino a dieci anni fa l’idea del Canelli non era completamente condivisa. Oggi tutti i produttori ci credono e la cosa, molto seria, avrà un valore economico elevatissimo… Il Moscato lo potranno fare ovunque, ma non il ‘Canelli’. La sottozona sarà uno scudo per difendere il marchio e il nome ‘Canelli’ a livello mondiale. In seguito, con una forte associazione, si dovrà arrivare a fare in modo che la California, o chi per lei, non possa più fare il ‘Moscato Canelli’». Ovviamente, la presentazione è culminata con la prima bottiglia ufficiale di ‘Canelli’, ottimo ed unico ‘Moscato Canelli’.