>> Giovanni Bosco difende le associazioni del Moscato definite ‘bande’ dall’ex sindaco Bielli

Giovanni Bosco, presidente del Coordinamento Terre del Moscato, in risposta ad un lettore, il sig. Bruno Fortunato, scrive: “Innanzitutto dobbiamo distinguere le scelte “politiche” sulle varie normative (disciplinare, rese per ettaro, impianti vigneti…) da quelle commerciali del prodotto finito (vendita bottiglie Asti Spumante e Moscato d’Asti). Qualunque discussione o litigio fra le varie componenti agricole non ha mai intaccato le vendite del prodotto per il semplice motivo che il 95% della distribuzione è in mano all’industria la quale produce e vende non in base alle chiacchiere ma in base all’uva che le viene ceduta dalla parte agricola. Mi creda sig. Fortunato in nessuna bottiglia si è mai trovata l’incavolatura del contadino. Se poi diamo credito ai maggiori giornali del settore la “moscatomania” durerà ancora per almeno tre, quattro anni.

Quindi rivolgendosi a Oscar Bielli, ex sindaco di Canelli, polemizza con lui per la definizione di “bande” da lui usata per indicare le associazioni del Moscato: “… passiamo alle discussioni fra le varie “bande” care al sig. Oscar Bielli. Sino al 1999 esisteva una sola associazione di contadini che si interessava di Moscato: la Produttori Moscato d’Asti Associati (Assomoscato), composta da tutte le Cantine Sociali della zona docg, dall’A.P.U.M. e dall’APROMA, due piccole associazioni di contadini singoli (un centinaio di soci). Un’unica voce. Risultato: 1600 lire di trattenuta per finanziare la parte industriale, giacenze di Moscato presso le Cantine Sociali, senza sbocco alcuno. A questo punto oltre 1800 contadini liberi (Cobas del Moscato) dissero basta ed in massa entrarono nell’Assomoscato. Ne ero il portavoce. Portarono in questa unica Associazione nuove idee, ma purtroppo il sig. Paolo Ricagno uscì dall’Assomoscato e con alcune Cantine Sociali dell’Acquese costituì un gruppo presso la Vignaioli Piemontese. Giovanni Satragno, eletto presidente dell’Assomoscato, e i suoi consiglieri affrontarono con determinazione il problema che i precedenti amministratori avevano lasciato con la distillazione e le rese a 70 quintali per ettaro.

Negli ultimi anni la nostra industria ha scoperto la “moscatomania”, mania che per la verità esisteva già da una ventina d’anni, tant’è che già nel 2000 si consumavano nel mondo oltre un miliardo e mezzo di bottiglie a base Moscato, mentre i nostri eroici industriali si facevano la concorrenza con prodotti di fantasia. Nel 2006 l’Aproma esce dall’Assomoscato e dà vita ad un’associazione autonoma “Moscatellum”, che raggruppa per lo più contadini produttori diretti di bottiglie di Moscato d’Asti. Nel 2010, in seno alla Confragricoltura, nasce Confragrimoscato ed infine quest’anno è nata Sinergia e Territorio. Troppe Associazioni? Io non credo. Tutte queste associazioni difendono alcuni diritti che non sempre combaciano tra di loro, ma che portano nuove idee al comparto. Come ho scritto sopra, il 95% delle bottiglie vengono prodotte e commercializzate dall’industria e i contadini sono come tanti operai e come gli operai discutono tra loro, senza però influenzare le strategie commerciali dei “padroni”.

Definire “bande” le varie associazioni è come definire “bande” le organizzazioni sindacali (Cisl, Cgil,Uil ecc.). Nel mondo del Brachetto invece esiste una sola Associazione, chissà cosa succederebbe se anche in quel mondo ci fosse qualche “banda”in più? Noi del CTM siamo un movimento d’opinione nato dai Cobas del Moscato e come tale cerchiamo di unire le varie anime della filiera come abbiamo fatto nel 1999, soprattutto sulle grandi questioni. Una in particolare ci sta a cuore.

Abbiamo oltre 600 ettari di vigneti a Moscato in forte pendenza (oltre 45%), i famosi ‘sorì’ che sono a rischio di estirpo (60.000 euro ad ettaro i diritti) con danni incalcolabili al territorio (estirpo vigneti=gerbido=frane a iosa). Siamo riusciti ad ottenere dall’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto una “Commissione Qualità Moscato” dove partecipano i tre sindacati (Coldiretti, Confagricoltura e Cia), quattro associazioni di categoria (Assomoscato, Vignaioli Piemontesi, Moscatellum e Confagrimoscato), quattro rappresentanti dell’industria (Campari, Martini e Rossi, Gancia e Sant’Orsola). Presidente è il direttore del Consorzio dell’Asti Spumante dr. Giorgio Bosticco. Garante è la Regione Piemonte che ha scelto la mia modesta persona come proprio rappresentante. Si sono già fatte 5 riunioni e mi creda sig. Bruno Fortunato l’unità sulle cose importanti c’è!”

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