“Sia ben chiaro a tutti che la Cia è favorevole ai controlli sui vigneti e sulla definizione della reale entità del vigneto Piemonte, ma è anche assolutamente contraria alle vessazioni che danneggiano le aziende agricole, fanno perdere tempo prezioso ai viticoltori e soprattutto non eliminano la presenza dei furbi e furbetti che pure ci sono nella nostra regione”.
Così il presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori di Asti, Secondo Scanavino che, nell’incontro stampa di sabato mattina, ha pesantemente stigmatizzato l’operato dell’azienda Il CSI n.d.r.) che, per conto della Regione Piemonte, sta effettuando gli ennesimi controlli sui vigneti delle colline astigiane al fine di costituire la cosiddetta “Anagrafe unica regionale”.
“Un’operazione – ha ribadito Scanavino, affiancato dal vicepresidente provinciale, Alessandro Durando, dal direttore Mario Porta e dal tecnico Moreno Maggiora – che si sta rivelando una vera e propria grandinata perché non solo le rilevazioni aeree hanno dato risultati nella maggior parte dei casi inesatti e devianti, ma soprattutto perché le presunte irregolarità rilevate dalle cosiddette “foto interpretazioni” stanno bloccando l’attività delle aziende agricole che non possono accedere alle facilitazioni sull’acquisto del gasolio, né compilare le domande per i contributi Pac e del Psr e addirittura sono impedite a stipulare polizze assicurative contro le avversità atmosferiche”.
Il mondo del vino astigiano, già fortemente penalizzato da una crisi economica che ha colpito soprattutto i consumi dei vini rossi e dal perdurare dell’infezione della Flavescenza Dorata, si trova così ad affrontare una nuova emergenza-controlli (i secondi nel giro di soli tre anni, ma alla vigilia di quelli di Valoreitalia) che sta creando disagi e preoccupazioni fortissimi tra i viticoltori a causa degli esiti che danno per la quasi totalità risultati poco credibili e comunque difformi da quelli del 2008 che sembravano aver posto la parola fine alle verifiche di congruità dei vigneti.
All’incontro di sabato hanno partecipato anche tre titolari di aziende vitivinicole del sud dell’Astigiano (Caterina Macario e Luisa Iguera di Castelnuovo Belbo e Antonella Calvi di Mombaruzzo) che hanno testimoniato della preoccupazione di perdere non soltanto porzioni, talvolta anche consistenti, di superfici vitate consolidate, ma di vedersi di fatto bloccare ogni attività aziendale per le presunte irregolarità rilevate da un sistema considerata poco scientifico e soprattutto poco credibile.
“Le proteste dei nostri associati sono ormai decine ogni giorno – ha proseguito Scanavino – e da tempo abbiamo preso contatto con la Regione che ha promesso una regolarizzazione della situazione che finora non è però avvenuta, rendendo di fatto insostenibile la condizione delle aziende sottoposte a controllo”. “A questo punto – ha concluso il presidente della Cia astigiana (e da qualche mese anche vicepresidente nazionale della Confederazione) – chiederemo all’assessore regionale che l’intera operazione venga annullata in tempi brevissimi. In caso contrario la nostra mobilitazione sarà inevitabile, così come il ricorso alle vie legali per il risarcimento dei danni subiti da centinaia di aziende agricole del nostro territorio”. (Paolo Monticone)
Nella foto, da sinistra: le viticoltrici Antonella Calvi, Caterina Macario e Luisa Iguera, Dino Scanavino, Mario Porta e Alessandro Durando.