La vice capogruppo in Provincia Marta Parodi e il capogruppo Pd in Comune Fabrizio Brignolo, tornano alla carica sul problema dell’inquinamento del Tanaro, denunciato dall’Arpa e non affrontato a distanza di mesi.
Il Consiglio Provinciale del 28 novembre scorso è stata l’occasione per discutere l’interrogazione che il Gruppo del PD depositava lo scorso 11 luglio.
«Nell’interpellanza – riferiscono i due esponenti del PD astigiano – si chiedeva conto alla Provincia di un parere A.S.L. di Asti del 29 dicembre 2010: “estensione e/o riduzione del divieto di pesca” sul Tanaro in prossimità del depuratore comunale di Asti.
Il parere in questione dava riscontro di alcune analisi ARPA, i cui risultati raccontavano di uno stato delle acque piuttosto allarmante (il valore di Escherichia Coli era nel 2008 di 8250 UPC/100 ml, quando il limite fissato in sede di autorizzazione allo scarico è a 5000 UPC/100 ml ). Tali valori avevano in seguito indotto l’ASL a prescrivere che:
Al fine di prevenire il rischio di contagio umano… questa Struttura ritiene che il “divieto di pesca” debba non solo essere riconfermato, ma senz’altro essere esteso ai seguenti tratti:
a) a 100 m di raggio dal depuratore di Asti, sia a monte che a valle dello scarico
b) dal punto di scarico del depuratore al punto di monitoraggio effettuato nel 2008 e cioè in corrispondenza del ponte della Tangenziale, vicino a Cascina Sardegna”.
L’interrogazione nello specifico intendeva approfondire se e come la Provincia avesse dato atto alle sopraccitate prescrizioni dato che “pare” ciò non sia avvenuto, essendo i cartelli che impongono il divieto apparentemente ancora localizzati laddove sostavano prima del parere ASL.
L’interpellanza voleva sollecitare ulteriori monitoraggi a valle del depuratore comunale di Asti, a nostro giudizio indispensabili per avere un quadro aggiornato sullo stato di salute delle acque del nostro fiume. Dopo quelli effettuati nel 2008/2009 ne sono stati fatti altri? intende la Provincia programmarne di futuri?
Quali contromisure progettuali inoltre ha in programma di adottare la Provincia al fine di contribuire:
– al ripristino dello stato di salute delle acque del nostro fiume che ad oggi appare seriamente compromesso, a rischio anche della salute dei nostri concittadini?
– alla valorizzazione dell’ambiente fluviale?
Le risposte all’interrogazione sarebbero dovute pervenire ad un mese dall’invio della stessa, perlomeno quelle scritte.
Abbiamo dovuto aspettare sino al 28 novembre, quindi con più di due mesi e mezzo di ritardo, per avere delle non risposte!
Sì perché ciò che è stato riferito dall’Assessore Brusa, competente in materia, è che, la nota dell’ASL, appena pervenuta in Provincia è stata “immediatamente” trasmessa all’Autorità Sanitaria della Città, ovvero il Sindaco, che si precisa essere il diretto responsabile. Si spiega quindi che la questione in modo molto “italico” da un Ente, la Provincia, viene rimpallata ad un altro Ente, il Comune, che certamente avrà fatto tutto quello doveva!
Davvero? Ma i cartelli del divieto di pesca sono stati messi veramente laddove prescriveva l’ASL? Il sospetto è che si continui a non dare corso alle indicazioni di ASL, rimpallandosi le responsabilità.
Ma cosa più grave è che nessuno, tra Comune e Provincia, intende prendersi seriamente cura del nostro fiume, delle sue acque, del suo valore ambientale e paesaggistico. Nessuno si prende cura di quel Tanaro che oggi ci si ricorda che esiste solo quando purtroppo piove in modo eccezionale, ma che storicamente ha sempre costituito per la città un riferimento per lo svago dei nostri concittadini, che però ultimamente si sono allontanati a causa anche dello stato di incuria in cui versa lo stesso e le sue rive.
Ci viene riferito, infine, che i monitoraggi delle acque sono stati effettuati e che i valori critici sono migliorati. I dati ovviamente non sono stati forniti e “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, affermava qualcuno che ha fatto una carriera politica certamente più brillante delle nostre.»