Società di Studi Astesi, incontro su un insolito erbario conservato nella Biblioteca del Seminario di Asti

Un insolito erbario ad Asti: la vicenda professionale e umana del barnabita Giuseppe Pellanda” è il tema del prossimo incontro con la Società di Studi Astesi, che si terrà giovedì 23 febbraio alle 17 nella sala conferenze di Palazzo Mazzetti, in corso Alfieri 357.

Ne parlerà Gaspare Licandro, attualmente insegnante alla scuola media Jona, che ha studiato il particolare erbario conservato nella Biblioteca del Seminario. Licandro – laureatosi in biologia con 110 e lode all’università di Messina, dove ha poi conseguito il dottorato di ricerca in biologia delle alghe ed il master in diritto dell’ambiente – ha studiato anche un erbario ampelografico dell’800 conservato all’Archivio Storico di Moncalvo.

L’ingresso è libero a tutti. Alle 16,30 precederà l’Assemblea Annuale dei Soci per l’approvazione del bilancio consuntivo.

—–

Il religioso G. Pellanda, di umili origini, nacque ad Intragna in Canton Ticino nel 1865, ottenne l’accesso al Piccolo Seminario del beato Cottolengo in Torino per poi ricoprire la carica di prefetto al collegio di Moncalieri dove maturò la volontà di essere ammesso alla Congregazione dei Barnabiti.

Vestì l’abito religioso  nel 1886; negli anni seguenti un’emorragia polmonare lo costrinse a sospendere lo studio e l’insegnamento. Quando si ristabilì, tornò ad insegnare scienze naturali al Ginnasio ed intraprese il primo importante riordino del Museo di Storia Naturale del Collegio; dal 1903 al 1906 fu mandato, per motivi di salute, ad Oropa dove era attivo uno stabilimento idroterapico e proprio sul posto iniziò la stesura della sua opera sulla flora del monti circostanti. Nell’ottobre del 1906 pervenne al Collegio Bianchi di Napoli e poi a San Giorgio a Cremano dove continuò nella sua ricerca di specie erboristiche.

Collaborò con diversi professori universitari e s’inserì in un articolato programma di ricerca floristica denominato Flora italica essiccata, come si evince dal “Bollettino della Società Botanica Italiana”. Ad esso collaborarono il prof. Trotter, che tanto si era dedicato alla flora irpina, ed il prof. Fridiano Cavara dell’Orto Botanico di Napoli, venuto spesso a Montevergine, come si evince dalla documentazione cartacea custodita nell’archivio storico, a sorvegliare le attività del giardino alpino ubicato nei pressi del Santuario.

Tra il 1905 ed il 1914, il “Giornale Botanico Italiano” pubblicò le cosiddette Centurie sulle piante tracheofite rare o floristicamente importanti; il religioso collaborò appieno come dimostrano le sue raccolte di cui si conservano pochi esemplari a Vienna, Copenaghen, Edimburgo.

In tale periodo si riscontra la sua presenza a Montevergine, dove nella ricerca delle specie erboristiche ebbe la collaborazione del monaco verginiano Ildebrando Mancini; lo si desume da diversi cartellini che corredano l’erbario. Quest’ultimo ebbe sicuramente molta dimestichezza nel campo erboristico, soprattutto nel periodo della sua lunga permanenza, dal 1926 al 1947, come parroco presso la dipendenza verginina di Terranova. Padre Giuseppe Pellanda nella mattina del 26 novembre 1927 fu trovato morto dai confratelli nel Collegio di San Giuseppe a Pontecorvo a Napoli.  La sua raccolta degli exsiccata fu bruciata per timore del contagio. (Lo scritto in corsivo è stato tratto da un post di Anna Battaglia del 28/07/2015)