Sul trasporto pubblico astigiano pubblichiamo, per intero, l’intervento de Il Movimento 5 Stelle di Asti (www.movimento.asti.it):
“E’ di pochi giorni fa la notizia che il Comune ha deciso di tagliare i fondi (1,6 milioni di euro) per il trasporto pubblico astigiano giustificando questa manovra non solo per la mancanza di denaro ma perché, come dice l’assessore Lattanzio “ci sono fasce orarie in cui i pullman girano praticamente vuoti ed anche in tempi di vacche grasse non ci si sarebbe potuti concedersi un simile lusso”.
Questa analisi dell’assessore alle Finanze e Bilancio ci fa subito capire quale sia la considerazione che la nostra giunta ha del trasporto pubblico locale.
Esso, infatti, non è ritenuto come un servizio fondamentale per la comunità ma piuttosto come un carrozzone mangiasoldi che va al più presto ridimensionato. Invece di studiare il problema, capire perché i pullman girano vuoti e, magari, trovare una soluzione per renderli più attraenti, si è deciso di prendere la scorciatoia: ridurre ancora una volta la qualità del servizio.
Ma dove porta una simile scorciatoia? Innanzitutto, si mette in moto il circolo vizioso: meno finanziamento, meno bus, meno clienti, meno entrate, costi percentualmente più alti per cliente quindi affermazione “i pullman sono sempre più vuoti” che prelude ad un ulteriore taglio dei finanziamenti e alla ripresa del circolo fino ad arrivare alla soppressione del servizio, reso nel tempo completamente inutile.
Ma una città che permette di spostarsi solo in auto migliora la qualità della vità dei suoi cittadini? Proviamo a vedere quali potrebbero essere le conseguenze (da cui non siamo già molto distanti): traffico e code in ogni strada ed a ogni momento della giornata, aria irrespirabile per via dell’inquinamento, aumento degli incidenti, aumento delle malattie respiratorie.
Tutto ciò ha dei costi detti “indiretti” che probabilmente sono superiori ai tagli operati dal comune: si può citare per esempio il costo del tempo o l’aggravio delle spese del servizio sanitario nazionale (dovuto a incidenti e malattie) oltre alle multe per lo sforamento dei parametri della qualità dell’aria.
Si può pensare che il metodo proposto dalla giunta Galvagno sia lungimirante? Con le nostre parole non si vuole difendere un servizio che, in questo momento non funziona, ma si vuole ribaltare il ragionamento: proviamo a chiederci il motivo per il quale i cittadini non usano il trasporto pubblico e pensare se possano esistere delle soluzioni invece di tagliare direttamente il servizio.
La ragione principale del sottoutilizzo dei pullman astigiani è evidente ad una semplice lettura dell’orario.
La frequenza delle corse delle linee cittadine è, in media, compresa tra 19 e 24 minuti con punte di intervallo tra una corsa e l’altra di 35-39 minuti, senza considerare la linea 7 che ha una frequenza da treno interregionale di 1 ora e 6 minuti!! Per una città piccola come Asti, moltissime volte converrebbe andare a piedi piuttosto che aspettare 30 minuti l’arrivo del bus.
Il ragionamento opposto, è quello di rendere il servizio utile ad una buona fetta della popolazione, aumentando quindi i ricavi dalla vendita dei biglietti e rendendo meno gravoso il costo del trasporto pubblico sul bilancio comunale. Per far ciò è necessario rivedere completamente il piano della mobilità cittadina considerando tutte le variabili che influiscono sul funzionamento del trasporto pubblico locale.
In primo luogo, è opportuno migliorare l’attrattività dei pullman, rendendoli competitivi con il mezzo privato. E’ fondamentale migliorare la frequenza dei bus portandola al massimo a 10 minuti nelle fasce orarie di punta e destinare, ove possibile, una corsia riservata ai mezzi pubblici per dare loro la possibilità di by-passare il traffico cittadino aumentando la velocità commerciale.
Tutto ciò va accompagnato da una politica di gestione della sosta innovativa dividendo i parcheggi in due tipi: “parcheggi di scambio” e “parcheggi cittadini”.
I parcheggi di scambio sono situati nei più importanti ingressi della città e sono la base di un servizio denominato “park&rail” che consiste nel lasciare l’auto subito fuori città nel punto in cui si trova un mezzo pubblico veloce e diretto che collega il parcheggio ai luoghi strategici della città come la stazione, piazza Alfieri, l’ospedale, le scuole ed i luoghi di grande afflusso.
I parcheggi cittadini sono i parcheggi situati all’interno del confine disegnato dai parcheggi di scambio e sono regolati da una sosta “a tempo” in modo da aumentare il tasso di rotazione, e quindi di trovare con più facilità un posto libero, ed allo stesso tempo incentivare la sosta nel parcheggio esterno. Ovviamente i residenti, nel loro quartiere, hanno il diritto di lasciare l’auto senza limiti di sosta. In questo modo il numero di parcheggi necessario alla comunità diminuerebbe liberando una buona quantità di suolo pubblico da destinare alle corsie preferenziali e alle piste ciclabili.
L’assessore Ebarnabo pensa, invece, di investire ulteriori soldi per le navette elettriche che passano nel centro cittadino svelando che i nostri amministratori non sono molto ferrati nel campo dei trasporti ma che prediligono dei servizi inutili e costosi ma con grande visibilità sull’opinione pubblica. Hanno deciso di far circolare dei bus in un’area pedonale. Secondo voi si decongestiona il traffico se i pedoni stessi salgono su un bus per percorrere corso Alfieri??
Investiamo questi soldi per permettere alla gente di recarsi, senza dover prendere l’auto, da casa loro al centro, luogo in cui una bella passeggiata rimirando le vetrine dei negozi fa solo piacere! Le navette possono essere utilizzate per un servizio più flessibile nei periodi della giornata in cui la domanda è più bassa. L’idea è quella di creare un servizio che segue la domanda dei cittadini, nelle ore di punta ci sono le linee tradizionali ad alta frequenza, nelle altre ore si possono utilizzare le navette per un servizio “a domanda”, senza linee e fermate fisse ma che segue l’esigenza dell’utente che prenota “il tragitto” con una semplice chiamata.
Come vedete le alternative per soluzioni poco costose ed efficienti esistono, basta avere la voglia di pensare ad una città più vivibile e sostenibile di quella che la nostra amministrazione ci propone!”