Nicoletta Fasano su “Il razzismo e gli italiani”, all’Archivio di Stato

Seconda lezione, martedì 20 novembre, del corso di aggiornamento per insegnanti “Il razzismo e gli italiani” promosso da Israt e Archivio di Stato di Asti, aperto anche alla cittadinanza. Quest’ultimo ospiterà l’incontro nella sede di via Govone 9 (ingresso cortile tribunale).

Dalle 15 alle 18 con Nicoletta Fasano, ricercatrice dell’Israt, si tratterà il tema “Dalla teoria della razza alle leggi antiebraiche del fascismo”.

“Ricostruiremo – anticipa la relatrice – le profonde radici storiche dell’antisemitismo e il percorso del razzismo fascista fino all’emanazione dei decreti legge del 1938 che cercheranno di eliminare progressivamente gli ebrei dalla vita amministrativa, culturale e sociale dell’Italia. Si punterà anche a individuare similitudini e differenze con la cultura antisemita e la legislazione antiebraica del nazismo”.

Una parte dell’incontro verrà dedicata all’attività laboratoriale di analisi dei documenti seguita, come già nella prima lezione, da Davide Bobba dell’Archivio di Stato astigiano: attraverso le carte verrà ricostruita la persecuzione burocratica del fascismo fino agli arresti degli ebrei del 1° dicembre 1943.

L’apertura del corso, la scorsa settimana, ha introdotto al tema “Il razzismo fascista nelle colonie e le persecuzioni antislave” dal direttore dell’Israt Mario Renosio. Quest’ultimo ha ringraziato l’Archivio di Stato, la sua direttrice Michela Gatti e l’archivista Davide Bobba per la collaborazione con l’Istituto già in corso da diversi anni, ma ora potenziata.

Il 29 novembre terzo e ultimo appuntamento con lo storico Emilio Franzina dell’Università di Verona “La colpa di essere italiani: razzismo e violenza contro gli italiani nel mondo”.

Al secondo appuntamento parteciperanno studenti e insegnanti che aderiscono al Progetto regionale di storia contemporanea, promosso dal Consiglio Regionale del Piemonte attraverso il Comitato Resistenza e Costituzione. Collabora l’Ufficio Scolastico Regionale, mentre assicurano il supporto scientifico gli Istituti Storici della Resistenza piemontesi.