Che cosa spinge l’uomo ad intraprendere un viaggio senza una meta certa? Quale molla lo sprona ad imbarcarsi per avventure in posti ignoti e luoghi lontani? Chi può dirlo? Eppure, da Ulisse a Marco Polo, da Colombo al comandante Nobile, il viaggio, sia esso reale sia esso letterario, ha sempre rappresentato un richiamo al quale è stato impossibile resistere.
E così accade che, anche oggi, quando la tv e gli altri media moderni ti portano in casa il mondo, c’è qualcuno che il mondo se lo va a cercare lì dove vive, lì dove lo può avvertire con ognuno dei suoi cinque sensi.
E’ il caso di tre cittadini di Canelli: Franco Robino, Alessandro Squillari e Pinuccio Occhiogrosso, con il supporto logistico di Beppe Morielli, che a partire dal prossimo 18 maggio si cimenteranno nel . Tre amici con la passione per il pedale che, pur avendo superato i cinquant’anni da un pezzo, spinti dall’amore per viaggi ed avventura non si astengono da pedalare per diverse centinaia di chilometri alla scoperta di terre famose eppur sconosciute e ricongiungere, con un’ideale lunghissima pedalata, ben tre mari.
Attenzione, però, qui non stiamo parlando di mari esotici con atolli tropicali. Non stiamo discutendo di luoghi sperduti e lontani. Assolutamente no. In quei luoghi oramai ci vanno tutti, tanto che c’è sempre più gente che ha passeggiato per Bangkok di quanta abbia mai messo piede a Roccaverano.
Ecco allora l’idea: i tre mari da unire devono essere italiani, devono essere nostri. Mica facile, però. Bisogna conoscere un po’ di geografia, altrimenti non si riesce a mettere insieme un percorso che abbia un minimo di criterio. Allo stesso tempo bisogna che siano itinerari che non si snodino su direttrici autostradali e ti permettano di visitare luoghi meritevoli di una fermata, a prescindere dall’inserimento in guide turistiche sponsorizzate.
Dopo lungo studio, la soluzione è stata trovata. I ciclisti canellesi partiranno dal mare Adriatico in Puglia e, dopo aver visitato alcune splendide e poco conosciute cattedrali romaniche, attraverseranno le Murge per raggiungere Matera, la città dei sassi. Di lì, si porteranno sulla costa dello Ionio sempre in Basilicata. Attraverseranno quindi il Parco Nazionale del Pollino e i monti dell’Appennino lucano per raggiungere Maratea. Qui alla conquista del Tirreno, terzo e ultimo mare, e delle coste del Parco Nazionale del Cilento.
Oltre 400 km percorsi in sella in cinque giorni, con paesaggi marini e montani poco noti al grande pubblico che i tre ciclsti canellesi vogliono gustare nell’ottica di una presenza sempre meno invasiva e consumistica come, invece, accade per le località di massiccia presenza.
I nostri ciclisti vogliono faticare e sudare, sulle strade del sud d’Italia, per riappropriarsi della dimensione e del titolo di viaggiatore/ospite, rispettoso della terra e dei luoghi, e abbandonare così lo stereotipo del turista che vede senza guardare, che sente senza ascoltare, che mangia senza gustare, che si sposta senza viaggiare.