>> L’on. Roberto Marmo (PdL) interviene sulla sanità astigiana

L’on. Roberto Marmo (PdL), preoccupato della sanità astigiana, ci scrive da Roma:

«Servizi trasferiti, opere incompiute, lunghe attese per gli utenti e incertezza estrema sul futuro di strutture sanitarie di primaria eccellenza non solo a livello provinciale, ma addirittura su piano regionale.

È un quadro francamente desolante e preoccupante quello che rappresenta la Sanità nell’Astigiano.

In tempi non sospetti, cioè lontano da campagne elettorali e altri appuntamenti ad esclusivo interesse politico, ho avuto modo di segnalare e in qualche caso denunciare i “punti neri” di un sistema che, ormai credo sia chiaro a tutti, rischia di navigare sempre più a vista, senza una rotta precisa.

Nonostante le rassicurazioni della Regione, che sta tentando di mettere ordine e ottimizzare le risorse ospedaliere piemontesi, devo rilevare come in provincia di Asti tutto il lavoro fatto per strutturare servizi e strutture in grado di soddisfare al meglio il diritto alla salute dei cittadini – un diritto per altro sancito dalla Costituzione – sia in bilico tra ipotesi nefaste di smantellamento e/o depauperamento.

Gli esempi, lo ribadisco per l’ennesima volta, sono sotto gli occhi di tutti: centro operativo del 118 trasferito ad Alessandria con conseguenti disagi per operatori e probabilmente (speriamo di no) anche per gli utenti; dubbi e interrogativi sul futuro del Massaia di Asti, stato di abbandono per le ex sedi ospedaliere di Asti (Ospedale e Maternità), lavori a rilento per la costruzione dell’Ospedale della Valle Belbo di Nizza Monferrato e per la riqualificazione di quello che resta dell’ex ospedale di Canelli, incertezza sulle case della salute – oltre a quelle di Nizza e Canelli – da costruire nell’Astigiano.

I vertici dell’Asl di Asti, come quelli della Regione Piemonte, rassicurano, forniscono dati e numeri, confermano progetti di rilancio e riorganizzazione. Tutto lecito e credibile. Però ai cittadini servono risposte immediate e certe.

E certo non sono segnali rassicuranti che l’ex ospedale di viale alla Vittoria ad Asti sia chiuso da anni e, a quanto sembra, perfino pericolante; che l’ala monumentale dell’ex ospedale canellese sia ancora lì, come bombardata, accanto alla nuova Casa della Salute; che nel cantiere di quello che sarà l’ospedale della Valle Belbo si vedano operai con il contagocce.

Per questo rinnovo il mio appello affinché tutte le forze politiche astigiane si facciano carico delle aspettative e dei diritti dei cittadini. Serve un summit a livello provinciale, tra le istituzioni, per chiarirsi le idee e avere una strategia comune per il futuro.

Nel segno di una politica che deve, anche a livello locale, tornare ad essere al servizio dei cittadini e passare dai proclami ai fatti concreti, magari senza tante manifestazioni-passerelle pre-elettorali, ma praticando la mediazione e il dialogo. Che sono le armi della politica, quella vera.»